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Un progetto per la riqualificazione del centro storico di Omignano

Interventi in programma per l'erogazione di servizi di informazione e per l'accoglienza

A cura di Antonio Pagano
Pubblicato il 29 Agosto 2020
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Il Comune di Omignano, guidato dal sindaco Raffaele Mondelli, ha partecipato all’avviso pubblico del Mibact presentando il progetto denominato “Borgo Vivo in Omignano”, per opere di riqualificazione e funzionalizzazione del centro storico di Omignano Capoluogo.
In particolare gli interventi in programma mirano alla riqualificazione urbana del centro storico di Omignano capoluogo, all’erogazione di servizi di informazione e comunicazione per l’accoglienza e al miglioramento dell’accessibilità e della mobilità nei territori.

Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Mibact, al fine di promuovere la valorizzazione del patrimonio culturale anche ai fini della qualificazione dell’offerta turistica, aveva pubblicato un avviso pubblico per il rafforzamento dell’attrattività dei borghi e dei centri storici di piccola e media dimensione, anche a rischio abbandono. Questo prevedeva il finanziamento di interventi a ciò finalizzati, attraverso il restauro e recupero di spazi urbani, edifici storici o culturali, nonché elementi distintivi del carattere identitario. 

Le risorse finanziarie disponibili ai fini dell’avviso del MiBACT sono complessivamente pari a 30 milioni di euro e possono presentare domanda di finanziamento i Comuni delle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia in possesso di alcune caratteristiche.

Il centro storico

“Il borgo di Omignano si colloca alle falde del Monte della Stella, ad una altezza di 540 metri sul livello del mare. Rientra in un comprensorio denominato “Cilento Antico” che raggruppa i casali sorti intorno al Monte della Stella, un tempo chiamato, appunto, “Cilento” e dal quale prese nome l’attuale ed ampia regione a sud della provincia di Salerno.

Le origini del borgo di Omignano possono farsi risalire al periodo della decadenza di Velia, intorno all’VIII secolo, al pari di quanto avvenne per molti altri paesi collinari del Cilento. La prima citazione che si conosca del casale risale ad un documento dell’anno 1043, in epoca longobarda.

L’impianto urbanistico del borgo ha conservato la sua originaria struttura con la caratteristica di essere suddiviso in tre quartieri posti a diverse altitudini: “Santi”, sulla strada provinciale che incontra, dopo aver attraversato il caratteristico arco che si apre sulla piazza che fa anche da sagrato alla chiesa madre dedicata a San Nicola risalente al XVI secolo; “Serra” che è il quartiere mediano, e “Casal Soprano”, il più alto e più piccolo proteso verso la strada che conduce alla vetta del Monte della Stella.

La peculiarità della struttura urbanistica di Omignano e del suo centro storico, è data dal fatto che lo spazio e le forme dell’abitato nascondono un “ racconto” che affonda le radici nella sua origine e nel suo legame proprio con il Monte della Stella, ove sulla vetta insiste l’antico Santuario di Santa Maria della Stella, al quale si accompagna un culto che ha consentito di individuare Omignano come punto di partenza di una “via dei pellegrini” che dal casale consente di raggiungere i 1131 metri della vetta.
Il casale di Omignano rispecchia fedelmente le caratteristiche socio-economiche ed antropologiche del tipico borgo cilentano, come rilevate da studiosi del territorio, che ne hanno evidenziato le peculiarità di “luoghi dello stare”, dove “gli spazi urbani risultano … un prolungamento degli spazi abitativi”.

La struttura del centro storico di Omignano è quella medievale, potendovi leggere una “sopravvivenza dell’organizzazione insediativa ellenistica e pseudo romana, perpetuatasi nella tradizione medievale e bizantina esprimendo la forte continuità del modello greco silvo-pastorale” . Qui le strade sono strette, “interrotte da improvvise strettoie e svolte a gomito, intercomunicanti con percorsi a quote diverse, attraverso sottopassaggi”.

Riprendendo le parole di una studiosa che in passato ha analizzato proprio il borgo di Omignano (professoressa Rosa De Marco, attualmente Professore Associato della “Ecole Nationale Superieure d’Architecture de Paris La Villette). si può dire che il centro storico di Omignano contiene un “racconto” sulle forme dell’abitare: “si può “raccontare” la sua forma parlando della sua urbanistica originaria compatta, strutturata nei nuclei di Casal Soprano, Serra e Santi, costituiti da case a schiera legate o addossate l’una all’altra ad una o due piani, con strade strette e gradinate. L’elemento distributivo tra i tre nuclei, la strada, chiaramente svolge il suo ruolo urbano non solo di collegamento, ma anche di luogo di incontro collettivo.

La strada, diventata generatrice principale dello sviluppo insediativo, è stata fiancheggiata da abitazioni e servizi. In un certo senso il tessuto abitativo dei tre nuclei è stato ricucito e ampliato lungo le strade, dalla nuova tessitura rarefatta, essendo regolata dal frazionamento delle proprietà, e sviluppandosi, quindi, per lotti spesso regolari e con piccoli giardini.”

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