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Cilentani bloccati alla stazione di Milano. L’ira del sindaco di Alfano

«Scriverò personalmente una lettera al Prefetto di Milano per raccontargli l’assurda disavventura che i ragazzi stanno vivendo»

A cura di Redazione Infocilento
Pubblicato il 2 Maggio 2020
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ALFANO. «Non è tollerabile e non è possibile che in un paese che si reputa civile come il nostro, dei nostri paesani di rientro dopo aver perduto il lavoro, vengono impunemente bloccati alla stazione di Milano Centrale». A dirlo il sindaco di Alfano, Elena Anna Gerardo. Il caso ha interessato alcuni cittadini originari del centro cilentano ma impiegati in Svizzera che sarebbero dovuti rientrare nella loro terra d’origine dopo aver perso il lavoro a causa della pandemia. Ma le cose sono andate diversamente.

«Come Sindaco sono stata la prima ad applicare il rigore, ma rigore non significa menefreghismo nei confronti dei tanti italiani provenienti da fuori e soprattutto dall’estero e che prendono la valigia per trovare un lavoro ed avere assicurato un futuro – spiega il primo cittadino alfanese – Trovo vergognoso il terrorismo psicologico a cui oggi sono sottoposti!
Ho personalmente parlato con la Polfer che, a quanto pare, ha ricevuto disposizioni di vietare i mezzi pubblici a chi rientra dall’estero.
Ebbene, qui tutti vogliamo tutelare la salute ma mi chiedo a cosa giova tutta questa rigidità a spese di ragazzi emigrati in cerca di una vita migliore, costretti oggi a pagare a proprie spese un mezzo privato?».

Poi annuncia: «Scriverò personalmente una lettera al Prefetto di Milano per raccontargli l’assurda disavventura che i ragazzi stanno vivendo.
Poi mi chiedo come mai nessuno vede gli spacciatori africani alla stazione di Milano che in tempo di coronavirus e con migliaia di italiani morti non hanno mai cessato la loro attività illegale? E, sempre in tempo di coronavirus, come mai continuano sbarchi di clandestini sulle nostre coste con tanto di nave da crociera per la quarantena a spese degli italiani mentre i nostri ragazzi sono stati costretti a pagare un mezzo privato? Ah già quelli non sono italiani e noi siamo solo brutti razzisti!
».

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