Cilento

Falsi formaggi made in Cilento, scatta il sequestro

L'operazione dei carabinieri in Irpinia

Comunicato Stampa

12 Maggio 2019

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale del Gruppo Carabinieri Forestale di Avellino e della Stazione Carabinieri Forestale di Volturara Irpina, unitamente ai militari della Stazione Carabinieri di Zungoli, nell’ambito dei controlli amministrativi afferenti la rintracciabilità dei prodotti agroalimentari, hanno deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Benevento il legale rappresentate nonché il gestore e due dipendenti di una nota cooperativa agricola di Zungoli, ritenuti responsabili di Favoreggiamento realiFrode nell’esercizio del commercioCommercio di sostanze alimentari contraffatte o adulterateFalsità ideologica commessa dal privato in atto pubblicoVendita di sostanze alimentari non genuine come genuineContraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari e Ricettazione.

In particolare, a seguito di controlli amministrativi, eseguiti unitamente al personale del Servizio Veterinario Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche dell’A.S.L. di Avellino, afferenti la tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti caseari commercializzati dalla citata cooperativa, accertavano l’introduzione in commercio di caciocavallo prodotto con comune latte di vaccino venduto, anche online, come “Caciocavallo podolico irpino di grotta”.

Nel corso delle verifiche si accertava che le etichettature recavano varie indicazioni non veritiere: oltre alla definizione di “Caciocavallo podolico irpino di grotta”, veniva falsamente riportato che il confezionamento era stato eseguito da parte della citata cooperativa, mentre in effetti si trattava di prodotti acquistati già confezionati da altri caseifici industriali; inoltre venivano indicati quali ingredienti, latte crudo intero anziché latte pastorizzato e caglio di capretto o agnello invece del meno pregiato caglio di bovino.

Pertanto venivano sottoposti a sequestro penale 270 pezzi di caciocavallo, per un peso totale di circa 500 chili e del valore di mercato di circa 15mila euro.

Per i restanti prodotti caseari rinvenuti nella sede della cooperativa e in una “grotta” del centro storico di Zungoli, si procedeva al sequestro amministrativo di circa 2.000 pezzi di formaggio stagionato (caciocavalli, formaggio del Cilento, formaggio di pecora bagnolese, formaggio di pecora, ricotta salata) per un peso totale di circa 25 quintali e un approssimativo valore di mercato di 75mila euro, avendo riscontrato la mancata rintracciabilità, difformità nell’etichettatura, mancanza delle procedure basate sul sistema H.A.C.C.P. (Analisi dei rischi e punti critici di controllo) relative alla linea di lavorazione. Tra i formaggi sequestrati anche 76 forme di caciotte da 2 chili recanti in etichetta la denominazione “Pecorino del Cilento”, mentre in realtà veniva prodotto in altro areale geografico.

Successivamente gli operanti procedevano ad ulteriore sequestro amministrativo con contestuale distruzione sul posto di 116 caciotte del peso complessivo di oltre 230 chili e del valore commerciale di circa 7mila euro, poiché prive di etichettatura e di sistema di tracciabilità, contenute all’interno di sacchi in plastica non idonei al contenimento degli alimenti, trasportati a bordo di un veicolo sprovvisto di registrazione per il trasporto di alimenti.

Per le violazioni amministrative riscontrate sono state contestate sanzioni per un importo totale di 16.500 euro.

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