Cilento

Agropoli Futura…perchè un Parco Archeologico-Ambientale nel Borgo Antico ed un Museo Civico nel Castello

La realizzazione del Parco Archeologico-Ambientale “Acropolis” nel Borgo Antico e del Museo Civico nel Castello, svilupperebbero una serie di benefici, legati ai flussi turistici culturali che confluirebbero nel nostro territorio, utili per sostenere la rinascita storico-sociale e per produrre nuove opportunità economiche

Ernesto Apicella

22 Febbraio 2019

Nel marzo del 2013 pubblicai un articolo dal titolo:Acropolis, Borgo-Museo all’Aperto Eco Sostenibile”, dove proponevo l’attuazione di un attento recupero, di una scrupolosa riqualificazione e di un’adeguata valorizzazione Urbanistica, Architettonica ed Energetico-Ambientale del Borgo Antico di Agropoli. Successivamente, il 5 settembre 2013, per dare corpo a questa idea, pubblicai l’articolo ”Scoperti ad Agropoli due Tesori Archeologici di rilevanza Internazionale”, dove riproponevo, dopo anni di disinteresse generale, la scoperta avvenuta nel 1982, di due antichi villaggi, uno Protostorico (XI-X sec. a.C.) e l’altro Greco (VII-VI sec. a.C.), sul promontorio di Agropoli. Infatti nella Primavera del 1982, il Comune di Agropoli, su suggerimento del Prof. Piero Cantalupo e grazie ad un finanziamento Regionale di dieci milioni, affidò alla Soprintendenza Archeologica di Salerno dei saggi di scavo nell’area orientale del Castello. Sito Archeologico che aveva da sempre suscitato l’interesse degli studiosi. La Dott.ssa Fiammenghi, responsabile degli scavi, supportata da alcuni volontari del Gruppo Archeologico Agropoli, attrezzati di cazzuola e pennelli, nonché da 3 operai, muniti di pale e picconi, effettuò dei saggi di scavo in un rettangolo di 48 mq., per una profondità di 4 metri.  A due metri di profondità furono rinvenuti reperti di Età Greca Arcaica e Classica, in particolar modo alcune terracotte architettoniche simili a quelle che decoravano il tetto del Tempio di Hera a Poseidonia (cd. Basilica) e testine votive della Dea  Athena.

I reperti confermavano l’ipotesi della presenza del Tempio di Poseidone o di Athena, senza escludere la presenza di più Templi, eretto dai primi Coloni Sibariti, come ipotizzato dalla famosa Archeologa Paola Zancani Montuoro e dal Professore  Emanuele Greco. Erano stati ritrovati i resti del “Teikos” straboniano dei Coloni Sibariti, insediamento precedente alla fondazione di Poseidonia (Paestum).

Mentre a quattro metri di profondità il saggio svelò un Tesoro Archeologico di rilevanza Internazionale, fino ad allora sconosciuto a tutti. I reperti datati XI-X sec. a.C. non lasciavano dubbi, erano la prova della presenza di un Villaggio Protostorico. Furono ritrovati i resti di una capanna, servizi da mensa, grandi contenitori per olio e vino, recipienti per la conservazione delle vivande, un fornello per la cottura dei cibi, etc.

I Reperti sono attualmente esposti nel Museo Archeologico di Paestum.

Il terreno nel 1982 era di proprietà dell’Architetto Dente, successivamente, grazie al ritrovamento di questi importanti testimonianze Archeologiche, fu acquisito e posto sotto vincolo dal MIBAC, Ministero Italiano dei Beni e delle Attività Culturali e Turistiche.

 

In un articolo che pubblicai il 30 Dicembre 2013, dal titolo “Agropoli, ritrovati gli ultimi Secolari Testimoni Viventi della nostra Storia”, portai a conoscenza degli agropolesi, la presenza, sempre nell’area orientale del castello, di un Uliveto Secolare, che per anni era rimasto nascosto da una recinzione. Uliveto scampato nei secoli all’ira e alla stoltezza degli uomini, ma curato, rispettato e preservato negli ultimi 200 anni, dai laboriosi contadini agropolesi. Vere e proprie sculture naturali viventi forgiatesi nei secoli. Testimoni silenziosi di mille accadimenti e, oggi, sentinelle della nostra storia millenaria. Uno degli ulivi, nell’ottobre del 2018, è stato riconosciuto “Albero Monumentale”.

 

Da queste testimonianze nascerebbe il “Parco Archeologico-Ambientale Acropolis”. Fulcro del progetto, l’istituzione nel Castello (VI sec. d.C.) di un Museo Civico da realizzarsi in sinergia con il Parco Archeologico di Paestum. Un Museo polifunzionale aperto alle varie forme di arte con eventi, mostre ed esposizioni. Le sale del Museo ospiterebbero una esposizione permanente dei numerosi reperti archeologici ritrovati nel territorio agropolese, dal Protostorico ad oggi. In primo piano, quale momento di attrazione archeologica-turistica,  le Tombe Lucane di Agropoli e di Paestum, con le scene dipinte raffiguranti le lotte dei Gladiatori, il ritorno del Guerriero, ecc., nonché i ricchi corredi funebri.

Il Museo potrebbe essere  dedicato ai Gladiatori Lucani, infatti nell’articolo del 16 agosto 2012 dal titolo “I primi gladiatori della storia? Erano ad Agropoli e Paestum” ipotizzai, in base ad importanti e documentate testimonianze, che ad Agropoli e a Paestum, che un tempo furono dominio dei Lucani, fossero nati i primi Gladiatori. Infatti nelle tombe Lucane (IV sec. a.C.) rinvenute ad Agropoli, in C.da Vecchia, e a Paestum, nelle necropoli di Andriuolo, Arcioni, Gaudo, Laghetto, sono presenti dei dipinti di combattimenti di Gladiatori. I Gladiatori Lucani duellavano nei giochi funebri detti munera (dovere, dono), in omaggio al defunto. I romani, conquistando Poseidonia-Paistom, assimilarono le tradizioni lucane, tra le quali i giochi funebri dei gladiatori, che importarono a Roma. Giochi che divennero, dopo 300 anni circa, con Ottaviano Augusto, primo imperatore romano dal 27 a.C. al 14 d.C., le famose e cruenti lotte di gladiatori osannate nelle arene pubbliche di tutto l’Impero Romano. Anche secondo l’opinione corrente, l’origine diretta dei giochi gladiatori va cercata in Campania, in particolare a Paestum. Infatti la Prof.ssa Luciana Jacobelli, docente di Metodologia della Ricerca Archeologica all’Università del Molise, Docente di Civiltà Romana all’Università di Milano-Bicocca e autrice del libro “Gladiatori a Pompei”, afferma che: “ La traccia più antica di giochi gladiatori è stata trovata in alcune tombe di Paestum (Salerno) del IV sec. a.C. e probabilmente allora gli spargimenti di sangue avevano un significato simbolico legato al culto dei morti”.

La Tomba Lucana bisoma a camera dipinta di Agropoli, con i suoi corredi funebri, è esposta nel Museo Archeologico di Paestum.

 Il Borgo Antico di Agropoli è forse l’unico in Italia che concentra nella stessa area, in vari strati di terreno, un Villaggio Protostorico, Templi Greci del VII sec. a. C., un Castello eretto dai Bizantini ed ampliato nel periodo Angioino-Aragonese ed un centro storico del VI sec. d.C. Quindi è doveroso attuare una seria opera di recupero, di conservazione e di salvaguardia. Dal Museo Civico nel Castello, agli Antichi Palazzi Gentilizi, veri e propri fortini all’interno del Borgo, realizzati per l’estrema difesa da assalti esterni e contenenti le testimonianze di vita dell’Antico Borgo. Individuare in questi antichi palazzi degli spazi per ospitare Corsi di Laurea Triennali per il Turismo, l’Archeologia, l’Ambiente, l’Innovazione, il Cinema, etc. Master e Corsi post Laurea. Sale per convegni, manifestazioni e rappresentazioni varie. Riqualificare le Chiese e riconsegnare ai fedeli e ai turisti i tesori spostati e custoditi altrove. Recuperare gli spazi verdi per dedicarli alla Cultura, alla Didattica, alle Esposizioni, etc..Un sapiente intervento di Arredo Urbano dell’Antica “Acropoliscontribuirebbe a creare l’ambiente idoneo per dare vita ad un qualificato flusso turistico. Economia per tutto l’anno con il Turismo-Albergo Diffuso. La realizzazione di un circuito tra i proprietari di palazzi, case, appartamenti per locare ai turisti le abitazioni disabitate attraverso promozioni sul web, brochure, agenzie immobiliari, etc. Servizi di accoglienza per i turisti quali: Aree ristoro, infopoint, percorsi guidati, segnaletica storica, wc pubblici, etc. Nell’ambito di questo Progetto di recupero e di sviluppo economico, l’Ente Comune di Agropoli dovrà redigere un adeguato Piano Commerciale affinché i cittadini Agropolesi possano aprire nuove attività commerciali a supporto del flusso turistico. Incentivare e stimolare le Associazioni nell’elaborare progetti con tematiche storiche, archeologiche, culturali, ambientali, religiose,etc. Promuovere l’utilizzo del Borgo per la realizzazione di film, fiction televisive,spot pubblicitari,etc. L’Idea-Progetto si può estendere anche fuori le mura del Borgo Antico coinvolgendo il Rione Marina, via Filippo Patella, Corso Garibaldi e le vie limitrofe.

I benefici in termini Storici, Sociali ed Economici.

L’adozione dell’Idea-Progetto “Parco Archeologico-Ambientale Acropolis” determinerebbe la rinascita culturale, sociale e turistica dell’Antica “Acropolis”. Riconsegnerebbe agli Agropolesi (Acropolitani) i preziosi Tesori della sua millenaria Storia e, allo stesso tempo, creerebbe nuove opportunità occupazionali legate ai vari flussi turistici che si attiverebbero. La sua attuazione comporterebbe: commesse pubbliche e private per le numerose ditte agropolesi chiamate a svolgere le opere di recupero e di riqualificazione dello storico patrimonio immobiliare; la nascita di nuove attività nei settori del commercio, dell’artigianato, del turismo, etc.; posti di lavoro nel comparto universitario, archeologico, innovazione, multimediale, turistico, etc.

Su Facebook è nato un gruppo aperto a tutti, con oltre 1500 persone che condividono il progetto e ne stimolano l’attuazione, perché ritengono che sia giunto il momento di recuperare, salvaguardare, conservare ed utilizzare i nostri beni archeologici per incentivare lo sviluppo storico, culturale, sociale ed economico di Agropoli. L’unica speranza è che i futuri progetti di recupero del Castello, previsti dall’attuale amministrazione comunale, si parla di 5/10 milioni di euro, siano finalizzati alla realizzazione del Parco Archeologico-Ambientale “Acropolis” e del  Museo Civico.

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