Attualità

Scatta il piano estivo all’ospedale “San Luca”, protestano i sindacati

Accorpati i reparti di chirurgia vascolare, chirurgia generale, oculistica e otorino

Emilio Malandrino

2 Luglio 2016

Accorpati i reparti di chirurgia vascolare, chirurgia generale, oculistica e otorino

Scatta il piano estivo per l’ospedale di Vallo della Lucania e sul caso è già polemica. A protestare è la UIL che ha evidenziato problemi sopratutto per il personale.

Il piano per l’ospedale “San Luca” varato dal direttore sanitario De Vita, infatti, prevede l’accorpamento dei reparti di chirurgia vascolare, chirurgia generale, oculistica e otorino), ciò in considerazione dell’aumento della domanda sanitaria nel periodo estivo e nella difficoltà di gestirla in considerazione della diminuzione del personale per ferie.

“Difatti la neo organizzazione/disorganizzazione – spiegano Biagio Tomasco, Pasquale Vastola e Adriano Cirillo della UIL – ha prodotto la cosiddetta chirurgia indistinta che ha raggruppato in un unico ambiente pazienti di diversa tipologia, garantendo, nelle parole ma non nei fatti, la presenza di un infermiere di ogni area chirurgica. Nei fatti il turno di lavoro predisposto per gli infermieri della chirurgia indistinta non prevede tale fattispecie già dal primo giorno di lavoro, tanto che si sono verificate incomprensioni e disagi tra il personale oggi operante in quell’ambiente”.
“Inoltre – aggiungono dal sindacato – nella mattinata di ieri erano presenti unicamente 11 pazienti di chirurgia generale nel neo reparto, in luogo dei 6 previsti, mentre l’otorino / oculistica contava 16 pazienti ricoverati e 6 la chirurgia vascolare. Verrebbe da chiedersi come mai il deus machina di questa organizzazione non abbia tenuto in debita considerazione, tra gli altri, tale aspetto cruciale”.
“Ma la cosa che più fa riflettere – concludono – è che per la copertura del turno di lavoro degli infermieri del reparto indistinto si sia fatto ricorso ad unità infermieristiche, che per le limitazioni loro imposte dal medico competente non potevano prestare servizio in un reparto a media – elevata complessità, come quello artatamente creato e che vede la massima percentuale di pazienti post operatori e quindi bisognevoli di massima attenzione.

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