L’esperienza di Ciro Verdoliva alla guida del presidio di via San Leonardo si interrompe bruscamente dopo appena quattro mesi. Nonostante un contratto quinquennale firmato sotto l’egida dell’ex governatore Vincenzo De Luca — una scelta che aveva sollevato non poche polemiche per la tempistica a ridosso delle elezioni — il manager ha deciso di imboccare una via d’uscita verso la Capitale.
La nuova destinazione e il peso politico
Per Verdoliva si aprono le porte di un prestigioso incarico a Roma, presso l’Ufficio del Garante nazionale per i diritti delle persone con disabilità. Una “exit strategy” che appare quanto mai tempestiva, arrivando proprio alla vigilia dell’insediamento del nuovo Consiglio regionale. Il mutamento del quadro politico campano, con il neo presidente Roberto Fico che ha annunciato di voler mantenere per sé la delega alla Sanità, ha inevitabilmente rimescolato le carte, rendendo la posizione del direttore generale meno solida di quanto gli accordi iniziali lasciassero presagire, commento gli esperti.
Un dossier scottante tra vecchio e nuovo ospedale
Il compito affidato a Verdoliva non era semplice: rimettere ordine in un’azienda segnata da inchieste e tensioni interne, gestendo al contempo la transizione verso la realizzazione del nuovo ospedale di Salerno. Il “dossier Ruggi”, tuttavia, resta una delle questioni più spinose della sanità regionale. La complessa convivenza tra la gestione dell’attuale struttura e i lavori per la nuova opera sembra aver pesato sulla scelta di abbandonare il campo, lasciando un’azienda che, dopo i primi annunci, sembra essere tornata a fare i conti con le criticità croniche di sempre.
Le prospettive per il futuro e l’ombra del commissario
Con la partenza del direttore generale, il Ruggi si trova ora in un limbo amministrativo. L’ipotesi più accreditata è quella di un commissariamento tecnico, necessario per garantire la continuità operativa in attesa delle decisioni della nuova giunta.
