Attualità

Ridà la vista a un cieco: parla il professore agropolese Vincenzo Sarnicola

Un intervento eseguito per la prima volta al mondo. “Dopo due settime il paziente era già in grado di vedere”

Ernesto Rocco

26 Marzo 2023

Due diverse patologie avevano reso un uomo di 83 anni completamente cieco. Ma grazie ad un autotrapianto mai eseguito al mondo l’anziano è riuscito in brevissimo tempo a riacquistare la vista. Il complesso intervento, durato oltre quattro ore, è stato eseguito nei giorni scorsi presso l’ospedale Molinette di Torino da un’equipe guidata da Michele Reibaldi, direttore della Clinica oculistica universitaria delle Molinette ed esperto chirurgo retinico, e Vincenzo Sarnicola, presidente della Società Italiana della cornea e della staminalità.

Chi è Vincenzo Sarnicola

Quest’ultimo, agropolese doc, ha alle spalle una lunga carriera con importanti successi nel settore. Laureatosi giovanissimo in Medicina nel 1982 presso l’università di Firenze con 110 e lode, è già balzato alle cronache negli anni passati per altri importanti interventi nell’ambito dell’oculistica. Nel 2001, inoltre, fu lui ad eseguire il primo trapianto in Italia di cellule staminali corneali da donatore vivente.

L’intervento

L’intervento eseguito alle Molinette di Torino, è stato ancor più importante «perché – come lui stesso racconta – ci siamo trovati di fronte ad una situazione particolare e abbiamo dovuto affrontare un intervento mai eseguito prima». «Il paziente – prosegue il professore Sarnicola – era completamente non vedente ma aveva anche una fortuna: la malattia che lo aveva reso cieco alla parte posteriore dell’occhio sinistro, era una malattia incurabile, ma la parte anteriore era in buona salute». Situazione opposta per l’occhio destro il quale soffriva di «un’infezione che aveva sviluppato una malattia nella parte anteriore, mentre la parte posteriore era sana».

Tale condizione aveva portato in passato a tentare altri interventi: «Il paziente – spiega il medico cilentano – aveva già fatto dei trapianti classici, da donatore cadavere, i quali non avevano avuto effetto per dei rigetti ma anche perché l’attività della superficie oculare era andata persa».

A questo punto la svolta: «Si è immaginato di prendere la superficie dell’occhio sinistro e trasportarla nell’occhio destro che aveva la parte posteriore sana», spiega Sarnicola. Un simile intervento, però, aveva comunque i suoi rischi poiché «un trapianto di tale estensione, soprattutto in regime di autotrapianto, non era mai stato fatto. Si trattava di portare un terzo di un’occhio nell’altro occhio».

Il successo dell’operazione

Reggerà questa chirurgia? Questa la domanda che l’equipe si è posta. L’intervento, tuttavia, benché complesso è perfettamente riuscito. 
«Abbiamo avuto una risposta immediata. Dopo due settime il paziente era già in grado di vedere», racconta soddisfatto il luminare. L’operazione eseguita alle Molinette di Torino conferma gli importanti passi avanti fatti da questo genere di chirurgia negli ultimi 20 anni, in particolare la frontiera dei trapianti e in questo contesto «l’Italia riveste un ruolo leader nel mondo» ha precisato il professor Sarnicola. L’intervento si è concluso con la ricostruzione dell’occhio con tessuti da donatore.

Oggi il paziente riesce a riconoscere persone e oggetti e a muoversi autonomamente.

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