È stata resa nota la 36^ edizione dell’indagine sulla “Qualità della Vita 2025” stilata da “Il Sole 24 Ore”. La storica graduatoria, che misura il livello di benessere della popolazione italiana, incorona quest’anno Trento, seguita sul podio da Bolzano e Udine.
L’analisi fotografa lo stato di salute delle province italiane esaminando 90 indicatori suddivisi in sei macro-categorie tematiche: ricchezza e consumi, affari e lavoro, ambiente e servizi, demografia, società e salute, giustizia e sicurezza, cultura e tempo libero.
Il meccanismo di assegnazione prevede un punteggio da 0 a 1000 per ogni parametro: maggiore è la vivibilità della provincia in quel settore, più alto è il punteggio ottenuto.
Il divario tra Nord e Sud
La top ten della classifica generale evidenzia il trionfo delle province del Nord e il ritorno in auge delle grandi città metropolitane. Al contrario, il Sud resta in coda, confermando una spaccatura geografica che non accenna a ridursi. Nonostante alcuni innegabili punti di forza del Mezzogiorno, come la demografia, il clima, un costo della vita decisamente più accessibile e l’impatto dei fondi, inclusi quelli del Pnrr, che hanno spinto imprese e Pil locale, il gap strutturale rimane evidente. Le ultime 22 posizioni della classifica, infatti, continuano ad essere occupate da province meridionali.
Il ritratto del Paese tra miglioramenti e criticità
L’indagine offre una panoramica complessa dell’Italia. Si registrano miglioramenti sul fronte delle retribuzioni, dell’occupazione e della sostenibilità, ma permangono sfide significative. “Dall’edizione 2025 dell’indagine sul benessere nei territori emerge il ritratto di un Paese che ci prova e, su alcuni fronti, registra una serie di miglioramenti” sottolinea il quotidiano economico, precisando però che tali dati “non bastano a sanare gap strutturali né a invertire dinamiche complesse e radicate, ma segnano un primo passo”.
Tra le criticità maggiori segnalate vi è l’invecchiamento della popolazione, che grava sul sistema economico e sociale, e le difficoltà di un Paese a vocazione export che subisce le conseguenze delle tensioni geopolitiche globali. Preoccupa inoltre la scarsa fiducia nel futuro, testimoniata dalla scarsa propensione a fare figli.
La situazione economica e le diseguaglianze
Sul fronte economico, sebbene siano migliorati alcuni indici di ricchezza e sia calato il numero delle famiglie più povere, rimangono forti le diseguaglianze sociali. Il quadro industriale non è del tutto positivo: a fronte di un lieve aumento dell’occupazione, le ore di cassa integrazione autorizzata sono aumentate e il numero delle start up è in calo. La vitalità imprenditoriale mostra un sostanziale immobilismo rispetto agli anni precedenti.
Il posizionamento di Salerno
Per quanto riguarda il territorio locale, Salerno si è classificata al 90° posto, registrando un avanzamento di due posizioni rispetto all’anno precedente (+2). Analizzando le singole categorie, la performance della provincia varia sensibilmente:
- Cultura e tempo libero: 47° posto (il piazzamento migliore);
- Giustizia e sicurezza: 66° posto;
- Demografia e società: 73° posto;
- Affari e lavoro: 82° posto;
- Ambiente e servizi: 97° posto;
- Ricchezza e consumi: 105° posto.
