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Ecosistema Urbano in Campania, Città in affanno su sostenibilità: ecco i dati di Legambiente

Ecosistema Urbano di Legambiente, il punto sulle performance ambientali delle città campane capoluoghi

A cura di Comunicato Stampa
Pubblicato il 20 Ottobre 2025
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Bandiera Legambiente

“Città grigie tendenti al nero”. Ecco, in sintesi, la fotografia dei capoluoghi di provincia campani sul fronte della qualità ambientale secondo Ecosistema Urbano 2025 , il report di Legambiente realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ORE, sulle performance ambientali di 106 Comuni capoluogo.

Il rapporto ci racconta di capoluoghi campani sempre più gravati dalle tante e solite criticità. Napoli in primis, che si conferma al quart’ultimo posto in classifica, la peggiore tra le grandi città, Caserta è al 98° posto, Salerno guadagna una sola posizione rimanendo in bassa classifica 87° posto, Avellino sale al 52° posto (era al 66° posto lo scorso anno). Scende e perde posizione Benevento che dal  60° posto dello scorso anno raggiunge l’80° posizione.

Il report

“I numeri e le analisi del nuovo rapporto- commenta Francesca Ferro, direttrice di Legambiente Campania- sottolineano più o meno sempre le stesse emergenze urbane, confermate dalla contrazione generale delle performance che spingono verso il basso nella graduatoria.

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Le città campane, come tante città italiane, vedono la presenza di decine di cantieri della transizione ecologica che miglioreranno si spera in prospettiva le performance delle città e la qualità della vita dei cittadini. I cantieri, e quindi le opere che si realizzeranno, porteranno reali cambiamenti se realizzati in chiave strategica coerente rispetto alle sfide della crisi climatica. In questo senso è fondamentale approvare nuovi strumenti normativi per facilitare una rigenerazione urbana adeguata alla sfida climatica.

Occorre riqualificare, a partire dalle periferie, gli spazi comuni, con luoghi d’incontro, pedonalizzazioni, corsie ciclabili, vie scolastiche, messa a dimora di nuove alberature, promuovendo la forestazione urbana diffusa utile a mitigare gli effetti delle ondate di calore, creando corridoi verdi per facilitare spostamenti a piedi anche nei periodi più caldi e puntando sulla natura urbana per mitigare l’impatto climatico nelle città, valorizzando la bellezza come leva del cambiamento.

E tutto questo va fatto con la partecipazione e la condivisione delle comunità per rispondere ai bisogni reali e per farsi che la decarbonizzazione delle nostre città sia una grande occasione di riscatto e responsabilizzazione per chi le abita. Questo è l’approccio che chiediamo con forza alle amministrazioni campane.”

Qualità dell’aria e dispersione rete idrica

Lo smog resta emergenza urbana. Nessuna delle città capoluogo riesce a rispettare tutti i nuovi valori guida OMS per la qualità dell’aria. Per una visione d’insieme della qualità dell’aria, come sempre negli ultimi anni, le città sono state divise in cinque classi: nella prima, la migliore, compaiono quelle che rispettano tutti i nuovi valori guida OMS – più restrittivi rispetto alle norme UE – per PM10, PM2,5 e NO2 .

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Nell’ultima compaiono invece i centri urbani che superano per almeno due parametri i limiti della normativa comunitaria sia per PM10 e PM2,5 che per NO2 e O3. Scarsa è la categoria per Napoli, appena sufficiente per Salerno, Benevento,Caserta e Avellino. La concentrazione nell’aria di Biossido di Azoto (NO2 ) costituisce, insieme al particolato sottile (PM10 e PM2,5) e all’Ozono (O3 ), uno dei maggiori problemi con cui le amministrazioni devono confrontarsi.

Napoli, presenta un valore medio di biossido di azoto minore rispetto al dato dell’Edizione 2024 (38 μg/mc) ma in peggioramento rispetto al dato dell’Edizione 2023 (32 μg/mc). Segue Salerno con  27μg/mc. Relativamente alle concentrazioni di PM10,  nessuna ha superato il limite normativo previsto (40 µg/mc). Le città con i valori medi più elevati sono Caserta con (32 µg/mc) seguito da Napoli con 28 µg/mc e Salerno (25 µg/mc).

Per stimare la dispersione della rete idrica si calcola che la quota di acqua potabile immessa in rete e non consumata per usi civili (domestici, servizi, usi pubblici e usi gratuiti), industriali e agricoli venga, in qualche modo, dispersa dal sistema. Nel 2024 sono ben tre capoluoghi con perdite superiori o uguali al 50%: primato negativo a Salerno e Caserta con il 61% , segue Benevento con 57%. Chiude Napoli con il 30%.

Rifiuti, mobilità e verde urbano

Solo Salerno supera l’obiettivo minimo di legge del 65% di raccolta differenziata fissato per il 2012 con una percentuale del 74%. Vicino alla raggiungimento, anche se sono trascorsi ben 13 anni, troviamo Benevento e Avellino con il 63%. Chiudono Caserta con il 55% e Napoli, ancora lontana, con il 44% anche se in aumento rispetto lo scorso anno quando raggiunse il 39,3%.

La produzione di rifiuti rappresenta una delle pressioni ambientali maggiori delle nostre città e non solo laddove si sono verificate delle emergenze legate a raccolta e smaltimento. Per questo motivo la riduzione della produzione dei rifiuti è un obiettivo importante individuato dalle politiche europee e nazionali. Napoli con 537 kg supera la media nazionale pari a 526 kg/abitante all’anno mentre gli altri capoluoghi sono al di sotto della media nazionale.

Gli indicatori del trasporto pubblico sono costruiti suddividendo le città in base al numero di abitanti. Ciò perché c’è una evidente incidenza del bacino di utenza (quindi il numero di abitanti, ma anche l’estensione geografica del capoluogo) sul dato finale. Il servizio di trasporto pubblico, direttamente proporzionale alla popolazione per quanto riguarda i valori assoluti vede andamenti in crescita per tutte le tipologie di città.

I dati

Napoli conferma una tendenza positiva già segnalata lo scorso anno, attestandosi a 86 passeggeri per abitante nel 2024 (erano 79 l’anno precedente, 64 nel 2022 e 45 nel 2021) anche se molto lontana dalle altre grandi metropoli e città turistiche come Milano 424 viaggi/ab, Roma 277 viaggi/abitanti e Firenze 247 viaggi/abitanti.

Sono 10 in tutto (11 lo scorso anno) le città che non raggiungono la soglia dei 10 passeggeri per abitanti, tra queste troviamo Caserta. L’offerta di trasporto pubblico viene calcolata in chilometri percorsi annualmente dalle vetture per ogni abitante residente, scegliendo il numero di abitanti in maniera analoga a quanto fatto per il precedente indicatore di uso del trasporto pubblico.

Tra le grandi città, Milano si conferma nuovamente al primo posto con 110 vetture-km/ab. Lontana Napoli con 20 vetture-km/abitante.

L’estensione media delle isole pedonali nei comuni capoluogo si attesta sui 48,6m2 ogni 100 abitanti. In Campania nessuna città raggiunge questa media. Benevento è quella che fa registrare la migliore performance con  40m2 ogni 100 abitanti. Avellino fanalino di coda con appena 2,6 m2.

Tutte le città campane hanno bassi numeri per il verde  accessibile in area urbana (mq/abitante) . Si passa dai 23 mq di Benevento, ai 18.3 di Caserta e ai 18 di Avellino. Chiudono  Salerno con 10mq e Napoli con 9,5  mq.

Nota dolente sul fronte delle energie rinnovabili, dove solo Avellino registra un minimo di diffusione  installato nelle strutture pubbliche, con una Potenza installata (kW) su edifici pubblici  di 9,54 per 1000 abitanti e Benevento con 5KW. Fanalini di coda Napoli con 0,22 kW/1000 abitanti e Salerno con 1,51 kW/1000 abitanti.

TAG:ecosistema urbanolegambiente
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