Cilento

Delitto di Garlasco: anche un agropolese coinvolto nella nuova inchiesta

A quasi vent’anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il delitto di Garlasco continua a riservare colpi di scena che potrebbero riscrivere il finale della vicenda.

Era il 13 agosto 2007 quando la giovane, 26 anni, venne trovata morta nella sua abitazione. Il suo fidanzato, Alberto Stasi, fu inizialmente assolto, ma successivamente condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per omicidio volontario nel 2015, dopo un processo ricco di colpi di scena e grande attenzione mediatica.

Nuove indagini e accuse di corruzione

Colpi di scena che proseguono tutt’ora. Di recente, infatti, un’inchiesta della Procura di Brescia ha acceso i riflettori sull’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, originario di Benevento. Si ipotizza il reato di corruzione in atti giudiziari perché, nel 2017, avrebbe “ricevuto”, secondo l’ipotesi d’accusa, “20-30mila euro” per scagionare un’altra persona finita al centro delle indagini negli anni scorsi, ovvero Andrea Sempio, fratello minore di Chiara Poggi.

Il codice genetico di Sempio, emerse all’epoca, sarebbe stato estrapolato da un cucchiaino del caffè e da una bottiglietta d’acqua trovate a casa della vittima. La sua posizione, tuttavia, venne poi archiviata. Il nuovo fascicolo sull’omicidio, però, lo vede quale unico indagato (in concorso) nella nuova inchiesta.

Dubbi sulla regolarità dell’inchiesta precedente

Ma vi è di più: i PM bresciani stanno valutando se l’inchiesta precedente sia stata condotta in maniera anomala. C’è stata una corruzione da parte dei familiari di Sempio che ha portato a chiudere le indagini? È quanto dovrà essere chiarito.

Il coinvolgimento di un agropolese

Ed è qui che entrerebbe in gioco anche un agropolese: il carabiniere in congedo Silvio Sapone che, insieme al collega Giuseppe Spoto, all’epoca dei fatti faceva parte della sezione di polizia giudiziaria di Pavia.

Sapone è nato e cresciuto ad Agropoli, dove ha condotto gli studi fino al liceo prima di trasferirsi altrove per l’università e poi il lavoro. In tanti lo conoscono nel centro cilentano a cui è tutt’ora rimasto legato. Ma amici e conoscenti sono rimasti sorpresi e increduli per il suo presunto coinvolgimento nel caso Garlasco.

Rapporti sospetti tra investigatori e indagati

Eppure per i magistrati, Sempio e anche i suoi familiari avrebbero “intrattenuto” con i due investigatori dell’epoca “poco prima” delle audizioni in Procura “dei contatti non relazionati”, secondo quanto riferito dalla stampa, in particolare con Sapone, o di “durata incongrua”, in particolare con Spoto.

Stando alle indagini, inoltre, Sapone avrebbe avuto “rapporti di particolare confidenza e correlazione con l’indagato Venditti”, l’allora procuratore aggiunto.

Perquisizioni e nuovi sviluppi

Già eseguite delle perquisizioni per nove persone. Al setaccio anche “pc, smartphone, tablet e ogni altro supporto di archiviazione di dati”.

Per Venditti, la Procura di Brescia ipotizza il reato di “corruzione in atti giudiziari”: l’allora procuratore aggiunto di Pavia avrebbe scagionato Sempio in cambio di soldi, 20-30mila euro secondo quanto riportato nel decreto di perquisizione, firmato dal PM di Brescia Claudia Moregola e dal procuratore Francesco Prete.

Il DNA sulle unghie di Chiara Poggi

Intanto le indagini che potrebbero riscrivere la storia del delitto non si fermano; l’ultimo colpo di scena è arrivato nelle scorse ore: il DNA trovato sulle unghie di Chiara Poggi sarebbe valido. Lo ipotizzerebbe il genetista Marzio Capra, storico consulente della famiglia della vittima, al termine dell’udienza di venerdì scorso davanti alla GIP Daniela Garlaschelli. Per la difesa di Alberto Stasi, uno dei due profili genetici presenti sulle unghie di Chiara sarebbe riconducibile ad Andrea Sempio. Una tesi tutta da confermare. In aula si tornerà il prossimo dicembre; chissà che non si avranno novità anche l’inchiesta parallela dei PM bresciani.

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