Ancora una volta, il periodo cruciale per la vita e la riproduzione della biodiversità del Fiume Testene, in particolare della rara lontra tutelata dalla Convenzione di Berna, è messo a rischio. Lo sostiene l’Associazione Genesi dell’Ambiente intervenuta con preoccupazione sulla pratica della pulizia meccanica dei corsi d’acqua, che sta nuovamente interessando il tratto cittadino agropolese del Testene.
L’Associazione in una nota inviata a palazzo di città segnala come i lavori di pulizia dell’alveo fluviale e gli scavi alla foce, presumibilmente finalizzati alla rimozione di plastica e altri rifiuti, vengano eseguiti con mezzi meccanici che operano una vera e propria «tabula rasa di tutto, compresa la vegetazione ripariale». Arbusti sradicati, argini dissestati e un intero ecosistema distrutto e banalizzato sono le gravi conseguenze di tali interventi, dicono dall’associazione.
La presenza della vegetazione ripariale svolge un ruolo «fondamentale ed insostituibile nel consolidamento delle sponde riducendone l’erosione e regimando il deflusso delle acque con conseguente riduzione della velocità dell’acqua stessa». L’ombreggiamento favorisce un microclima positivo e migliora le caratteristiche fisico-chimiche dell’acqua. Fiumi e vegetazione ripariale costituiscono «importanti corridoi naturalistici di collegamento tra diverse tipologie di ambienti», essenziali per la fauna, inclusa la lontra del Testene, uccelli, anfibi e rettili tutelati.
L’eliminazione di questa vegetazione comporterebbe gravi danni agli habitat e alla biodiversità. Contrariamente a quanto si possa pensare, tali interventi «non portano benefici in termini di sicurezza idraulica», anzi, aumentano la velocità di deflusso dell’acqua, incrementandone la pericolosità e favorendo disastri in linea con gli effetti dei cambiamenti climatici.
L’Associazione Genesi dell’Ambiente sottolinea inoltre i costi economici «non indifferenti» di questi interventi inutili e pericolosi. In questo periodo, molte specie di uccelli sono in fase di nidificazione, e la distruzione della vegetazione comporta l’eliminazione di nidi e nidiate, in contrasto con le Direttive Habitat e Uccelli, la Legge 157/92, i trattati internazionali e la Convenzione di Berna. Anche le popolazioni di pesci e anfibi subiscono danni significativi a causa della variazione del microclima.
Il presidente dell’Associazione Genesi dell’Ambiente, Gerardo Scotti, chiede formalmente al Sindaco di Agropoli, Roberto Mutalipassi, all’Assessore all’Ambiente Rosa Lampasona, all’Assessore al Demanio Giuseppe di Filippo e a tutta la Giunta Comunale di «sospendere immediatamente questi interventi cosi come concepiti ed effettuati nel 2024» e di proseguire la pulizia, se necessaria, in modalità manuale e a basso impatto ambientale. Scotti conclude con un paragone incisivo: «I fiumi in città e la fauna ad essi collegati sono molto importanti e svolgono un ruolo fondamentale per gli animali, come lo sono le strade, i ponti e le piazze per gli umani. Non ci sogneremmo mai di togliere l’asfalto dalle strade, i giunti da un ponte, l’illuminazione da una piazza. Perché allora privare la fauna di elementi naturali fondamentali alla loro sopravvivenza?», ribadendo la disponibilità dell’Associazione a un incontro per trovare soluzioni condivise.
Da palazzo di città, però, chiariscono che le opere sono legittime e approvate dagli enti competenti.