L’amministrazione comunale di Agropoli ha recentemente annunciato il rinnovo dell’iniziativa “Spiaggia solidale”, un servizio rivolto a persone con disabilità e a enti del terzo settore. Nonostante le lodevoli intenzioni, l’iniziativa è finita sotto la lente d’ingrandimento per alcune limitazioni che sollevano interrogativi sui diritti all’accesso al mare.
“Spiaggia Solidale”: dettagli e limitazioni
L’iniziativa “Spiaggia solidale” sarà attiva dal 16 giugno al 31 agosto e si rivolge a cittadini residenti e non, in possesso dei requisiti della Legge 104/92 o di Invalidità Civile, nonché ad associazioni e enti del terzo settore che operano sul territorio comunale per disabili o minori a rischio. Il lido è attrezzato con ombrelloni, sedie, discesa a mare idonea, docce, bagni e spogliatoi accessibili. È stato inoltre confermato che, nel corso dell’estate 2025, sarà nuovamente operativo il dispositivo Seatrac, che consente a chi ha difficoltà motorie di fare il bagno in autonomia. Tuttavia, il punto focale della critica riguarda la limitazione di accesso per i beneficiari, i quali potranno usufruire della “Spiaggia solidale” per un periodo massimo di 7 giorni consecutivi. Ogni ombrellone è riservato all’utente designato e al proprio accompagnatore o nucleo familiare ristretto, per un massimo di cinque persone.
La critica di Christian Durso: il diritto all’accesso continuo al Mare
Christian Durso, attivista per i diritti delle persone con disabilità, ha trasmesso una diffida al Comune di Agropoli, contestando la limitazione a una sola settimana di mare per le persone con disabilità. Durso ha evidenziato come l’organizzazione delle postazioni non dovrebbe in alcun modo precludere l’accesso a chi non ha prenotato o a chi desidera godere del mare ogni giorno. Egli sostiene che: “la spiaggia deve essere accessibile sempre!”. L’attivista ha sottolineato che, anche in caso di postazioni occupate, non dovrebbe essere negato l’ausilio per un bagno, grazie al servizio di assistenza e ai dispositivi pubblici per l’accesso all’acqua. Secondo Durso: “un bagno in mare non si nega a nessuno, farlo è ingiusto!”. La sua critica si estende anche alla mancata indicazione di altri punti di accesso al mare accessibili nel caso in cui il lido privato predisposto dal Comune sia completamente occupato.
Esempi virtuosi
Per rafforzare la sua argomentazione, Christian Durso ha portato esempi di altre località che gestiscono l’accesso al mare per le persone con disabilità in maniera più inclusiva. A Palinuro, nel Comune di Centola, la spiaggia attrezzata al Porto non richiede prenotazioni e consente l’accesso quotidiano. Come spiegato da Durso: “se trovi le postazioni occupate il mare è sempre lì ad aspettarlo, e viene aiutato dagli operatori a fare il bagno con le sedie per l’ingresso in mare.”
Un altro esempio citato è la spiaggia attrezzata “Io Posso” a San Foca, in Puglia, dove è possibile prenotare un lettino e un ombrellone, ma l’accesso al mare per un semplice bagno non viene mai negato. Qui, gli operatori sono sempre pronti ad assistere e a fornire carrozzine da mare. Durso conclude affermando che: “per il bagno a mare c’è sempre posto, non viene negato perché il mare e vita e la vita non si nega mai!”
Nella diffida al Comune di Agropoli chiede di rendere accessibili anche altri tratti di spiaggia con tutti i presidi necessari per le persone con disabilità.