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27 luglio: Vallo della Lucania in festa per San Pantaleone patrono della Città e della Diocesi

27 luglio: Vallo della Lucania in festa per San Pantaleone patrono della Città e della Diocesi

A cura di Concepita Sica
Pubblicato il 27 Luglio 2023
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Il giorno 27 luglio la città di Vallo della Lucania vive il momento più atteso dell’anno: la festa di San Pantaleone, patrono della Città e della Diocesi. Migliaia di fedeli popolano le strade cittadine nel giorno della festa; in particolar modo nel pomeriggio vi è un tripudio di persone, giunte da ogni dove, per prendere parte alla processione che si snoda lungo le vie della città.

La ricorrenza del Santo, Medico e Martire, è la festività religiosa principale della zona e in tal occasione si assiste ad un ricco programma sia religioso sia civile. Suggestivo è il caratteristico corteo processionale che quest’anno tornerà ad attraversare le vie cittadine e a cui prendono parte le statue custodite nelle chiese dei diversi rioni, offrendo un momento spirituale assai significativo.

Il programma

27 LUGLIO – SOLENNITÀ DI SAN PANTALEONE
Alle Ore 6.30 Il suono delle campane annuncia l’inizio delle celebrazioni eucaristiche;

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7.00 S.Messa;

Ore 8.00 S.Messa;

Alle 8.45 Consueto giro per le vie cittadine del Concerto Bandistico “G.Piantoni” Città di Conversano, diretto dalla Maestra Susanna Pescetti;

Alle 9.00 sarà la volta della S.Messa;

Ore 10.00 S.Messa;

Ore 11.00 Solenne Concelebrazione presieduta da S. E. Mons. Vincenzo Calvosa e animata dalla Schola Cantorum “San Pantaleone”;

Ore 11.30 In Piazza Vittorio Emanuele, matinée con la banda;

Ore 19.00 Tradizionale processione;

22.30 Concerto lirico-sintonico del complesso bandistico Città di Conversano;

Ore 24.00 Spettacolo pirotecnico curato dalla premiata Ditta Carlo Di Muoio da
Vatolla. A seguire la seconda parte del concerto musicale.

28 LUGLIO
Alle 10.00 S.Messa;

Ore 11.30 Dopo il giro per le vie della città, in Piazza Santa Caterina intrattenimento musicale con il Concerto Bandistico Città di Conversano;

19.00 Processione per accompagnare le Statue dei Santi alle loro Sedi;

Ore 20.00 S.Messa;

Alle 22.30 Spettacolo musicale Antonello Cuomo canta Venditti.

29 LUGLIO
Ore 19.00 S.Messa al cimitero;

Ore 22.30 Spettacolo musicale “Voglio tornare negli anni 90′ “.

30 LUGLIO
Ore 19.00 S. Messa di ringraziamento. Al termine, reposizione della Statua del Patrono.

La storia

Secondo quanto riportato negli scritti agiografici, in particolare nella “Passio”, era figlio del pagano Eustorgio, uomo molto ricco, e di Eubala che lo aveva educato alla fede cristiana, senza tuttavia battezzarlo. Dopo la morte della madre, Pantaleone si era allontanato dal cristianesimo e, sotto la guida del grande medico Eufrosino, aveva iniziato ad apprendere, con molta diligenza, la medicina, intraprendendo così una brillante carriera medica che lo portò ad entrare al servizio dell’imperatore Massimiano, o, secondo altre fonti, di Galerio.

Il suo ritorno alla fede cristiana fu merito di un sacerdote, Ermolao, che viveva nascosto a causa delle persecuzioni, il quale lo convinse progressivamente ad abbandonare l’arte di Asclepio e ad accostarsi al cristianesimo per poter guarire, nel nome di Cristo, da ogni male. Questo sacerdote gli insegnò che sono la fede in Cristo può guarire da ogni male e che nessuna malattia può dirsi curata nel corpo se non lo è anche nello spirito.

Il santo di Nicomedia, dopo aver visto risuscitare, alla sola invocazione di Cristo, un bambino morto in seguito al morso di una vipera, si fece battezzare. Convertitosi alla fede cristiana e fiducioso da subito nell’efficacia della preghiera, compì parecchi miracoli, tra cui la guarigione di un cieco, che aveva speso tutte le sue sostanze per curarsi presso altri medici. Quel prodigio celeste determinò nel contempo la guarigione e la conversione del malato e la conversione del padre di san Pantaleone.

Alla morte del genitore, il santo distribuì tutto il patrimonio ai servi ed ai poveri, e divenne il medico di tutti. E fu proprio l’esercizio gratuito della professione ad attirare la crescente invidia e l’aspro risentimento dei suoi colleghi, che si spinsero fino a denunciare il medico cristiano all’imperatore. Diocleziano prima tentò, con lusinghe e dolci rimproveri, di dissuadere il giovane dal preferire Cristo ad Asclepio, poi, organizzò un’ordalia (l’esecuzione di una prova di religione) tra i sacerdoti pagani ed il giovane cristiano, allo scopo di verificare le qualità taumaturgiche del ragazzo.

Intorno ad un paralitico inutilmente si affannavano i sacerdoti pagani ad invocare i nomi di Asclepio, Galeno ed Ippocrate; il santo di Nicomedia, all’invocazione del nome di Cristo, ottenne la guarigione dell’ammalato. Il miracolo suscitò la conversione di molti ma nel contempo provocò nell’imperatore una profonda ostinazione che si tradusse nella condanna del giovane medico al supplizio.

Secondo il racconto della “Passio”, san Pantaleone venne dapprima condannato al rogo, ma improvvisamente le fiamme si spensero; poi si provò ad immergerlo nel piombo fuso ma il metallo miracolosamente si raffreddò. Venne poi gettato in mare con una pietra legata al collo ma il masso prese a galleggiare con lo stupore di tutti.

Così venne condannato “ad feras”, ossia ad essere sbranato dalle belve, ma queste anziché divorarlo presero a fargli le feste. Legato, poi, ad una ruota le corde si spezzarono e la ruota andò in frantumi. Si tentò allora di decapitarlo ma la spada si piegò più volte, causando la conversione degli aguzzini.

Dopo aver chiesto a Dio il perdono dei suoi carnefici offrì il suo consenso e gli venne tagliata la testa. Secondo le fonti agiografiche, il tronco di ulivo a cui era legato il santo improvvisamente rinverdì e si caricò di frutti, mentre i fedeli presenti raccolsero il suo sangue e lo riposero in un’ampolla.

Il culto

Il culto di San Pantaleone è molto antico. Il santo viene venerato in moltissime comunità sia in oriente che in occidente.

In oriente è chiamato “il grande martire” ed è invocato come taumaturgo (sul famoso monte Athos, in Grecia, il monastero della comunità russa è intitolato a san Pantaleone) e fa parte del gruppo dei santi “anargiri” (“senza denaro”) che esercitarono la professione medica senza chiedere compenso.

La festa

Il simulacro del Santo Patrono (scortato dalle autorità militari in alta uniforme) è anticipato da una lunga fila di fedeli, rappresentanti delle diverse associazioni laicali operanti nelle comunità parrocchiali, dai componenti del Comitato Festa, dai membri della Confraternita di San Pantaleone, dal presbiterio diocesano, dai sacerdoti componenti il Capitolo Cattedrale, dal parroco della Cattedrale ed infine dal Vescovo.

È un momento sicuramente di grande folclore ma che esprime più profondamente il concetto della “Communio sanctorum”, la comunione dei santi, l’unione dell’assemblea celeste e dell’assemblea terrestre nell’unica fede e nell’amore per il Signore Gesù Cristo.

“Dal cielo veglia il popolo,

e guida tra i perigli,

i tuoi fedeli figli

difendi o Protettor”.

San Pantaleone stenda la sua amorevole protezione sulla Città e sulla Diocesi di Vallo della Lucania; vegli sul mondo intero e, mediante la sua potente intercessione, operi la guarigione dell’umanità dai suoi tanti mali fisici e spirituali.

TAG:Cilentofesteggiamentisan pantaleonevallo della lucania
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