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Tra paesaggio e mito, le cascate Capelli di Venere

A cura di Adele Colella
Pubblicato il 1 Marzo 2021
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Oasi Capelli di Venere

Tra le tante bellezze della natura che il Cilento ci regala bisogna senz’altro annoverare un luogo incantato e fuori dal tempo: “Le Cascate dei Capelli di Venere”. Sono visitate da tantissimi turisti e colpiscono per il gioco di luce creato dall’acqua e dalla vegetazione presente. Questo scenario è possibile ammirarlo nei pressi di Casaletto Spartano, presso zona Capello.

Il nome della cascata viene dalla “pianta Capelvenere” , un tipo di felce molto elegante e di color verde che cresce qui rigogliosa. Essa si inserisce in un panorama suggestivo, dominato da pini molto fitti e dal silenzio della natura circostante, luogo ideale per trascorrere una giornata in pieno relax all’ombra di un boschetto, tra mulini e ponticelli in legno, dover poter fare una bellissima passeggiata. Inoltre per gli amanti dello sport e in modo particolare del trekking, all’interno dell’Oasi sono presenti varie attrazioni come sentieri naturalistici, oltre ad un caratteristico Ponte Normanno in pietra che sovrasta la cascata. Queste creano anche delle piscine naturali dove, per i più temerari, è possibile fare il bagno, dato che l’acqua raggiunge una temperatura di circa 6-8 gradi.

Ma che cos’è che dona a questo luogo un aspetto magico? Dobbiamo senz’altro ricordare che sebbene il nome delle cascate sia accumunato alla pianta, vi è una “leggenda” tramandata di generazione in generazione che narra di un amore spezzato e che rende questo luogo un posto ancora più affascinante. Si narra che al tempo degli eroi e delle divinità, Venere decise di recarsi in quel di Casaletto, per trovare in quest’oasi pace, tranquillità e ristoro dal caldo, amava tanto quel posto tanto da farne il suo paradiso.

Di lì un giorno si trovò a passare un giovane pastore con il suo gregge, l’uomo si accorse di lei, ad udire la sua voce e a contemplare la sua bellezza ne rimase folgorato , si innamorò perdutamente della dea tanto da nascondersi nei pressi del boschetto per spiarla. Di lei amava la sua voce, i suoi occhi, ma soprattutto i suoi soffici, lunghi e biondi capelli, simili all’oro. Fu così che ossessionato da lei e dai suoi capelli lucenti il giovane decise , mentre Venere dormiva, durante la notte ,di tagliare una ciocca dei suoi capelli. Lei allora si svegliò di soprassalto ed arrabbiata e furiosa per quel vile e truce gesto tramutò quella ciocca in acqua, la quale scivolò subito dalle mani di quell’uomo tanto da annegarlo in breve tempo. Venere, che non era però una dea malvagia a sentire le urla di quel giovane si intenerì, ma ormai non poté fare più nulla, l’uomo morì. Venere allora comprese il gesto amaro compiuto dal suo innamorato e decise di trasformare l’uomo in una pianta e lo lasciò accanto al rivolo d’acqua che si trasformò in cascata, “Le Cascate dei Capelli di Venere”, nate dai suoi capelli e dall’amore di un giovane pastore per una dea. Da quel momento in poi lui e Venere sarebbero rimasti insieme per sempre.

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