• Live TV Canale 79
  • Pubblicità
Notifiche
Logo InfoCilento
  • Attualità
  • Cronaca
  • Politica
  • Sport
  • Tv – Canale 79
  • Eventi
  • Turismo
  • Contattaci
  • Preferiti
Logo InfoCilento
Notifiche
Cerca un articolo
  • Attualità
  • Cronaca
  • Politica
  • Sport
  • Tv – Canale 79
  • Eventi
  • Turismo
  • Contattaci
  • Preferiti
Seguici

Cilento: Sant’Antonio Abate, tra fede e la tradizione

La storia del Santo e la tradizione del sanguinaccio, tra gli alimenti tipici del periodo carnevalesco

A cura di Letizia Baeumlin
Pubblicato il 17 Gennaio 2021
Condividi

Sant’Antonio Abate è il protettore di macellai, salumai, norcini, canestrai ed animali domestici. Il Santo viene ricordato oggi, 17 gennaio, giorno della sua morte.
Antonio nacque in Egitto intorno al 250 ed era figlio di agiati agricoltori. All’età di vent’anni rimasto orfano di entrambi i genitori decide di affidare la sorella minore ad una comunità di vergini e di donare tutti i suoi averi ai poveri per dedicare la sua vita al Signore. Inizia dunque la sua vita da eremita vivendo in preghiera, povertà e castità.

Sant’Antonio Abate, la storia

Il Santo assalito da dubbi e tentazioni decide di perseverare nella sua scelta di vita e va a vivere in un’antica tomba scavata nella roccia, dove, sarebbe stato aggredito dal demonio ma salvato dalle persone che di tanto in tanto gli portavano del cibo. Queste lo portarono nella Chiesa del più vicino villaggio e si presero tutti cura di lui.

Dopo cinque lunghi anni si incammina verso il Mar Rosso, sul monte Pispir, trova una fortezza abbandonata ma con all’interno una fonte di acqua, è qui che l’eremita trascorrerà vent’anni della sua vita cibandosi con del pane che gli veniva portato due volte l’anno e l’acqua della sorgente. Trascorsi vent’anni nella fortezza, le persone che erano venute a conoscenza della sua storia, decidono di liberarlo, da quel giorno Antonio si dedicò a guarigioni e liberazioni dal demoni. Antonio morì all’età di centocinque anni nel deserto della Tebaide.

Oggi vediamo il Santo sempre raffigurato con un maialino ai suoi piedi,  il 17 gennaio la Chiesa benedice tutti gli animali domestici ponendoli sotto la protezione del Santo guaritore. Antonio utilizzava alcune parti del maiale per guarire le persone dall’herpes zoster, di qui comunemente chiamato fuoco di Sant’Antonio.

Il Santo nel Cilento

Antonio l’Abate è un Santo venerato in tutto il mondo. Nel Cilento, a Vibonati paese, di cui il Santo è Patrono, la festa è particolarmente sentita. A lui è dedicato il Santuario del posto situato sulla collina, originariamente in stile romanico e trasformata nell’ultima restaurazione in stile barocco costituita da tre navate, molto suggestivo e caratteristico. Sopra all’altare troviamo la statua lignea a mezzo busto che viene portata in processione per le vie del paese, a salutare il Santo a sera, una cascata di fuochi d’artificio.

Quest’anno per le normative vigenti anti covid il tutto sarà ridimensionato: con apposita ordinanza il sindaco Franco Brusco ha vietato i festeggiamenti e i fuochi d’artificio.

Tra i comuni dove si festeggia l’Abate ci sono anche Montecorice, nella frazione Ortodonico, a Pellare di Moio della Civitella, a Bellosguardo, a Caselle in Pittari, Roscigno, Sapri, Polla, Teggiano e Torchiara. Qui è tradizione accendere una “focara” dedicata al Santo.

I detti

I detti di Sant’Antuono:
“Sant’Antuono ri velluto, fammi truvà c’haggio perduto”
“A Sant’Antuono s’arape u cannulivaro”

La ricetta: il sanguinaccio

Sant’Antonio Abate è la festa che apre il periodo di Carnevale. Questi giorni sono solitamente i più freddi dell’anno e quindi è il tempo adatto per la lavorazione dei maiali. Un tempo di questo animale non veniva buttato via niente e tra le produzioni possibili vi era anche il sanguinaccio

Vediamo come preparare una tradizionale torta di sanguinaccio.

Come svela il nome il sanguinaccio è realizzato con il sangue del maiale. Raccolto durante la macellazione, il sangue doveva essere continuamente mescolato per evitarne la coagulazione. Successivamente veniva filtrato prima di essere unito alla crema di cacao cotta in pentoloni di rame su fuochi a legna. Alla crema si aggiungevano, poi, caffè, cacao, cannella, chiodi di garofano, uva passa e altre spezie oltre ad una buona quantità di zucchero per addolcire il tutto.
Il sanguinaccio è tipico di questo periodo quando contadini e allevatori uccidevano il maiale. Secondo un detto “del maiale non si butta via niente”, e questo vale anche per il sangue.

Per una teglia di circa 28 cm di diametro

Come preparare la sfoglia
Impastare 500 gr di farina con 100 gr di sugna ed aggiungere acqua tiepida fino ad ottenere una pasta liscia ed elastica.

Per il ripeno
Sbriciolare 1 kg di pane preferibilmente di un paio di giorni prima ed amalgamare con 500 gr di uvetta, 100 gr di pinoli, 1kg di zucchero, 100 gr di cacao amaro, 200 gr di cioccolato fondente grattugiato, una tazzina di anice, 100 gr di sugna e circa 1 litro di sangue.

Tirare la pasta con il mattarello fino ad ottenere una sfoglia di circa 3 mm di spessore, ricoprire la teglia e versare all’interno il composto di sangue, decorare con delle strisce larghe un paio di cm come una semplice crostata ed infornare in forno preriscaldato a 150^ per circa 45 minuti.

In conclusione va precisato che dal 1992, per motivi igienici, in Italia fu vietata la vendita e l’utilizzo del sanguinaccio per scongiurare il pericolo di infezioni: il sangue, infatti, era considerando veicolo di malattie trasmissibili.

s
TAG:CilentoCilento Notiziesant'antonio abatevallo di dianovallo di diano notizie
Condividi questo articolo
Facebook Whatsapp Whatsapp Threads Copia Link
Cinghiali

Emergenza cinghiali a Montecorice: chiesto un tavolo tecnico contro la paralisi

Il consigliere comunale Ivan Chiariello lancia l'allarme sulla proliferazione dei cinghiali e…

Palazzo Civico delle Arti

Agropoli: un progetto per far conoscere agli studenti la Biblioteca Comunale “Costabile Cilento”

L’iniziativa, rivolta alle classi delle scuole secondarie di primo grado, contribuisce a…

Panorama Roccadaspide

Il Cilento sulle “vie dell’ulivo”: nuove iniziative per promuovere il territorio

Roccadaspide entra nell'itinerario culturale europeo "Routes of the Olive Tree". Un'opportunità di…

  • Torna alla home

Invia il tuo articolo o la tua segnalazione alla redazione

Condividi le tue storie con noi e diventa parte della comunità di Infocilento. Dai voce ai tuoi racconti e arricchisci il portale con il tuo contributo.

  • Scopri di più
InfoCilento - Canale 79
Canale79
  • Redazione
  • Contattaci
  • Pubblicità
  • Collabora
  • Come vederci
  • Scarica l’app
  • Newsletter
  • Privacy
  • Facebook
  • X
  • Youtube
  • Google news
  • Instagram
  • Linkedin

© Copyright 2025 InfoCilento, registrazione Tribunale di Vallo della Lucania nr. 1/09 del 12 Gennaio 2009. Iscrizione al Roc: 41551. Editore: Domenico Cerruti – Proprietà: Red Digital Communication S.r.l. – P.iva 06134250650. Direttore responsabile: Ernesto Rocco | Tutti i contenuti di questo sito sono di proprietà della casa editrice, testi, immagini, video o commenti, non possono essere utilizzati senza espressa autorizzazione. Per le notizie o fotografie riportate da altre testate giornalistiche, agenzie o siti internet sarà sempre citata la fonte d’origine. Dove non sia stato possibile rintracciare gli autori o aventi diritto dei contenuti riportati, i webmaster si riservano, opportunamente avvertiti, di dare loro credito o di procedere alla rimozione. La redazione non è responsabile dei commenti presenti sul sito o sui canali social. Non potendo esercitare un controllo continuo resta disponibile ad eliminarli su segnalazione qualora gli stessi risultino offensivi e/o oltraggiosi. Relativamente al contenuto delle notizie, per eventuali contenuti non corretti o non veritieri, è possibile richiedere l’immediata rettifica a norma di legge.