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“Golpe” al sindaco di Capaccio, dito puntato contro la giunta

Ernesto Rocco

21 Aprile 2015

CAPACCIO. Tentato «golpe» ai danni del sindaco Italo Voza che ha rischiato seriamente di veder terminare con due anni d’anticipo il suo incarico a palazzo di città. Nella mattinata di sabato, infatti, nove consiglieri comunali si sono ritrovati in un noto studio notarile di Battipaglia per firmare un documento per la sfiducia del primo cittadino. Di questi quattro sono della minoranza consiliare, Gennaro De Caro, Pasquale Cetta, Nino Pagano e Franco Tarallo, mentre altri cinque, Mimmo Nese (presidente del consiglio comunale), Roberto Voza, Luca Sabatella, Giuseppe Tommasini Arenella e Pasquale Mazza, appartengono alla stessa maggioranza. Soltanto in extremis il tentativo di mandare a casa Voza è fallito, secondo indiscrezioni a seguito dei ripensamenti di Mazza prima e Sabetella poi. «Mi sento deluso e pugnalato alle spalle», ha detto il primo cittadino capaccese. «Se però questo potrebbe essere un comportamento accettabile da parte dei consiglieri di minoranza – ha aggiunto – da quelli di maggioranza, soprattutto qualcuno di loro, non me lo sarei mai aspettato». Alla base del tentato golpe all’amministrazione comunale vi sarebbero soprattutto gelosie interne relative al ruolo dei componenti della giunta, troppo liberi d’agire e autonomi rispetto ai consiglieri comunali, spesso con un ruolo marginale e solo raramente coinvolti nelle decisioni importanti. Eppure all’indomani dell’ammutinamento, nessuno dei partecipanti all’incontro è disposto a confermare che la riunione di Battipaglia servisse per mandare a casa Voza. «Il documento che ci è stato presentato – ha detto Giuseppe Tommasini Arenella – rappresentava soltanto un invito al sindaco ad azzerare la giunta, una richiesta legittima e non lesiva degli interessi di Voza e che avrebbe dato una scossa al paese». Poi la stoccata ai membri della giunta, che conferma i dissidi interni: «Invito il primo cittadino – ha detto il consigliere comunale di maggioranza – a trasmettere un poco della sua lealtà e rispetto verso gli altri e il prossimo anche a tutti i componenti della maggioranza». A rincarare la dose ci pensa Roberto Voza: «Il vero motivo dell’incontro era il malessere nei confronti della giunta che non coinvolge i consigliere in molte decisioni». «Dal notaio – svela – dovevano essere tredici i consiglieri pronti a firmare per l’azzeramento della giunta». Il sindaco Voza, però, non tentenna ed anzi ribadisce la sua fiducia alla squadra di governo che presto, insieme ai consiglieri comunali, «Sarà chiamata a condividere un documento di fiducia totale al sindaco». Quello dello scorso sabato è il secondo tentativo di far decadere l’amministrazione comunale guidata da Italo Voza. Nel gennaio del 2013, infatti, sei consiglieri comunali annunciarono l’intenzione di mandare a casa anzitempo il primo cittadino. Medesime le ragioni, dettate da gelosie interne dovute alla poca operatività dei consiglieri comunali. Anche in quel caso, però, l’ammutinamento fallì. L’amministrazione Voza, però, deve ora fare i conti con un equilibrio politico che si presenta sempre più precario.

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