«Benvenuti al Sud trasforma Castellabate da paesino tranquillo a casbah di turisti». Questo titolo d’impatto del Corriere della Sera riassume perfettamente quanto l’industria cinematografica possa influenzare la vita di un comune. E infatti, Benvenuti al Sud, che oggi celebra il suo quindicesimo anniversario dall’uscita nelle sale, ha segnato il definitivo rilancio di Castellabate, un territorio cilentano già a vocazione turistica, ma che fino a quel momento non aveva ancora conosciuto il suo vero boom.
Boom turistico e le prime polemiche
Per anni, e ancora oggi, folle di turisti si riversano in quella che popolarmente è diventata “il Comune di Benvenuti al Sud”, alla ricerca dei luoghi iconici visti sul grande schermo, in particolare l’ufficio postale del Capoluogo, teatro delle scene principali.
Un successo straordinario di cui il centro cilentano continua a raccogliere i frutti. Eppure, negli anni immediatamente successivi all’uscita della pellicola con Claudio Bisio e Alessandro Siani (erroneamente riportato come Vincenzo Siani nel testo originale), non mancarono le voci di protesta. C’era chi, stanco dell’eccessivo afflusso di vacanzieri, si lamentava: «Non se ne può più». Alcuni cittadini si sentivano assaliti dalle richieste di indicazioni per la piazzetta o la posta. Le critiche più dure parlavano di «pellegrinaggi di migliaia di beceri individui provenienti soprattutto dall’area napoletana» che arrivavano «perfino in pullman con viaggi organizzati al solo scopo di farsi fotografare», creando problemi di parcheggio e rendendo «impraticabile l’unico budello di strada che esiste».
Queste parole fecero il giro della stampa nazionale, scatenando le ire del regista Luca Miniero che, in un momento di frustrazione, annunciò: «Non credo di tornare più a Castellabate». Col senno di poi, è innegabile che Benvenuti al Sud sia stato un trionfo: non solo al botteghino (con un incasso di oltre 30 milioni di euro), ma anche come ineguagliabile spot promozionale per la comunità cilentana, che in seguito ospitò anche alcune scene del sequel, Benvenuti al Nord.
La trama che ha unito l’Italia
La trama ruota attorno a due figure chiave: Alberto Colombo (Claudio Bisio), direttore di un ufficio postale in Brianza, e il postino Mattia Volpe (Alessandro Siani). Per ottenere un agognato trasferimento a Milano, Alberto si finge paraplegico. L’inganno viene svelato e, come unica alternativa al licenziamento, l’uomo è costretto ad accettare un trasferimento all’estremo opposto del Paese: nel Cilento, a dirigere l’ufficio del piccolo borgo di Castellabate.
Partendo con la testa piena di pregiudizi ereditati dagli amici sulle problematiche del Sud (criminalità, rifiuti, clima), Alberto scopre una realtà completamente diversa. Grazie all’amicizia con Mattia Volpe e ai colleghi Maria, Costabile piccolo e Costabile grande, impara ad apprezzare le bellezze e le abitudini del posto.
Intanto, nasconde la verità alla moglie Silvia, piena di preconcetti. Le racconta bugie, assecondando gli stereotipi. Quando Silvia decide di fargli una sorpresa, Alberto è costretto a confessare l’inganno agli amici, che decidono di aiutarlo a sua insaputa: organizzano una sceneggiata per mostrare il paese come caotico e fatiscente, proprio come Silvia si aspettava. La verità inevitabilmente emerge, Silvia minaccia la separazione, ma, grazie anche all’intervento chiarificatore di Mattia, perdona il marito e si trasferisce a Castellabate. La permanenza al Sud si rivela un’esperienza fantastica, tanto che, quando Alberto riceve la tanto attesa lettera di trasferimento a Milano, ne è quasi dispiaciuto. Nel momento della partenza, risuona celebre la frase pronunciata da Mattia Volpe: «Quando un forestiero viene al Sud piange due volte, quando arriva e quando parte.»
Il cast annovera anche Angela Finocchiaro, Valentina Lodovini, Nando Paone, Giacomo Rizzo, Nunzia Schiano, Riccardo Zinna, Salvatore Misticone e numerose comparse locali.
La dedica e l’eredità
Benvenuti al Sud uscì nelle sale nel weekend tra l’1 e il 3 ottobre 2010 e fu dedicato alla memoria di Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” del Comune di Pollica, assassinato proprio quell’anno.
Molti comuni della zona hanno tentato di replicare il successo di Castellabate investendo nel cinema come strumento di promozione territoriale, ma nella maggior parte dei casi questi tentativi si sono rivelati inutili sperperi di risorse, a dimostrazione che il successo di Benvenuti al Sud è stato un evento irripetibile.
La rivelazione di Bisio
Claudio Bisio a quindici anni dall’uscita di Benvenuti al Sud che ha portato il comico ed attore milanese a diventare un personaggio familiare a tutto il pubblico generalista, ha svelato di alcune scelte fatte nel corso della sua carriera che avrebbero, in qualche modo, potuto cambiare il suo futuro.
L’attore ha ammesso di aver quasi rinunciato al suo ruolo a causa di questioni molto personali. «Ero reduce da una lunghissima tournée teatrale, avevo i figli piccoli e non volevo perdere anche le vacanze. Poi è andata bene perché l’abbiamo girato a settembre. Se non fosse andata così mi sarei divorato i polsi» ha spiegato al Corriere della Sera.