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Niente pace fiscale a Sapri e Pisciotta, è polemica

Mancata adesione alla pace fiscale, polemiche da Sapri e Pisciotta: «scelta scellerata»

A cura di Redazione Infocilento
Pubblicato il 4 Febbraio 2023
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Bollette

La pace fiscale consiste in un insieme di provvedimenti che garantiscono agevolazioni dedicate ai contribuenti che hanno debiti con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione. In questo modo essi hanno la possibilità di regolarizzare la propria posizione con il Fisco.
Per il 2023 il governo ha introdotto uno stralcio delle cartelle esattoriali, simile a quello messo a disposizione dai governi procedenti che interessa anche gli enti locali. Questi avranno la possibilità di stabilire autonomamente se applicare le disposizioni relative alla definizione agevolata delle controversie tributarie.

Pace fiscale e polemiche a Sapri

C’è chi ha scelto di aderire e chi invece ha seguito una direzione opposta, non mancando di destare perplessità e polemiche. È il caso di Sapri e Pisciotta.

Nella cittadina del Golfo il gruppo di minoranza SiAmo Sapri parla di «presa di posizione inaccettabile». E aggiungono: «In un momento come questo non tendere una mano ai cittadini in difficoltà è un errore gravissimo che si ripercuoterà inesorabilmente sulla tenuta economica delle famiglie. Inoltre questo è un atto che va contro la ‘tregua fiscale’ decisa dal Governo contenuta nella Legge di Bilancio».

Le critiche a Pisciotta

Posizione simile quella del gruppo Una Mano per Pisciotta. La decisione dell’Ente viene definita una «scelta scellerata».

«L’aumento della Tari di oltre il 200% in taluni casi e dell’imposta di soggiorno richiesta agli operatori turistico – ricettivi conferma l’arroganza e l’incapacità amministrativa di chi ci governa ed in particolare del vice sindaco – assessore al bilancio e alla fiscalità comunale», fanno sapere dal gruppo di opposizione.

«Purtroppo a pagarne le conseguenze sono i pisciottani che, in un momento già di grave restrizione economica, dovranno farsi carico di un ulteriore disagio. Continua l’agonia fallimentare dell’amministrazione Liguori», concludono.

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