La rendita catastale, infatti, è il valore primario che si utilizza per svolgere il calcolo dell’imposta sul patrimonio immobiliare.
Ma come si calcola l’IMU e dove trovare la rendita catastale?
Vediamolo in questa guida.
Con il termine rendita catastale si definisce il valore che viene attribuito ad un immobile, a seconda della sua grandezza e della sua categorizzazione (villa, appartamento ecc…).
La rendita catastale si può conoscere semplicemente richiedendo un documento che viene rilasciato dall’Agenzia delle Entrate ossia: la Visura catastale.
La visura catastale può essere richiesta in due modi:
Per ottenere una visura catastale sia online sia offline, basta il codice fiscale o i dati catastali dell’immobile.
Una volta ottenuta la rendita catastale, questa va rivalutata del 5%. Il valore così rivalutato va poi moltiplicato per un coefficiente che varia in funzione della categoria catastale dell’immobile.
Di seguito, i principali moltiplicatori:
Facciamo un esempio: se possiedi un appartamento con una rendita catastale pari a 800 €, la rendita rivalutata sarà 800 x 1,05 = 840.
Se l’appartamento è classificato nella categoria A/3 (abitazione civile), il moltiplicatore sarà 160. Il valore imponibile sarà quindi 840 x 160 = 134.400 €.
Il valore imponibile, una volta determinato, va moltiplicato per l’aliquota comunale prevista per la categoria dell’immobile.
Le aliquote base sono state fissate per legge, ma i Comuni possono modificarle annualmente entro certi limiti:
Per esempio, se la tua seconda casa ha un valore imponibile di 134.400 €, con l’aliquota standard dello 0,76% l’importo IMU sarà 134.400 x 0,0076 = 1.021,44 €.
Questo importo potrà aumentare o diminuire in base alla delibera del Comune in cui si trova l’immobile.
In alcuni casi, la normativa prevede delle detrazioni. La prima casa, se rientrante nelle categorie non di lusso, ha diritto a una detrazione di 200 euro, incrementabile di 50 euro per ogni figlio convivente di età inferiore ai 26 anni, fino a un massimo complessivo di 400 euro.
Sono inoltre previste esenzioni per le abitazioni principali (tranne che per quelle classificate come A/1, A/8 e A/9), per gli immobili degli enti non commerciali, per i fabbricati di interesse storico-artistico e per alcuni fabbricati agricoli.
Il pagamento dell’IMU avviene due volte all’anno, con acconto a giugno e saldo a dicembre. I versamenti devono essere effettuati tramite modello F24 o bollettino postale.
Il codice tributo varia in base alla tipologia di immobile, e nel caso di utilizzo dell’F24 va prestata particolare attenzione alla corretta compilazione dei campi relativi al Comune, all’anno di riferimento e alla sezione del tributo (IMU o IMIS nei territori autonomi).