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IMU e Visura Catastale: come calcolare la rendita e l’importo da versare

La rendita catastale, infatti, è il valore primario che si utilizza per svolgere il calcolo dell’imposta sul patrimonio immobiliare.

Ma come si calcola l’IMU e dove trovare la rendita catastale?

Vediamolo in questa guida.

Cos’è la rendita catastale e dove si trova?

Con il termine rendita catastale si definisce il valore che viene attribuito ad un immobile, a seconda della sua grandezza e della sua categorizzazione (villa, appartamento ecc…).

La rendita catastale si può conoscere semplicemente richiedendo un documento che viene rilasciato dall’Agenzia delle Entrate ossia: la Visura catastale.

La visura catastale può essere richiesta in due modi:

  • Di persona rivolgendosi all’ufficio del catasto della propria residenza
  • Online: attraverso appositi portali che permettono di ottenere in breve tempo una visura catastale On-line.

Per ottenere una visura catastale sia online sia offline, basta il codice fiscale o i dati catastali dell’immobile.

Come si calcola la base imponibile dell’IMU

Una volta ottenuta la rendita catastale, questa va rivalutata del 5%. Il valore così rivalutato va poi moltiplicato per un coefficiente che varia in funzione della categoria catastale dell’immobile.

Di seguito, i principali moltiplicatori:

  • 160 per abitazioni (gruppo A, escluso A/10), magazzini (C/2), autorimesse (C/6) e tettoie (C/7)
  • 140 per uffici pubblici e scuole (gruppo B), laboratori (C/3), locali per mestieri (C/4), e attività artistiche (C/5)
  • 80 per uffici privati (A/10) e banche (D/5)
  • 65 per capannoni industriali (gruppo D, escluso D/5)
  • 55 per negozi (C/1)
  • 135 per terreni agricoli (ridotto a 75 per coltivatori diretti iscritti alla previdenza agricola)

Facciamo un esempio: se possiedi un appartamento con una rendita catastale pari a 800 €, la rendita rivalutata sarà 800 x 1,05 = 840.

Se l’appartamento è classificato nella categoria A/3 (abitazione civile), il moltiplicatore sarà 160. Il valore imponibile sarà quindi 840 x 160 = 134.400 €.

Aliquote: quanto si paga davvero

Il valore imponibile, una volta determinato, va moltiplicato per l’aliquota comunale prevista per la categoria dell’immobile.

Le aliquote base sono state fissate per legge, ma i Comuni possono modificarle annualmente entro certi limiti:

  • 0,40% per abitazione principale (escluse categorie di lusso), con margine di variazione di ±0,2%
  • 0,20% per fabbricati rurali strumentali, riducibile a 0,1%
  • 0,76% per immobili non locati, immobili locati, seconde case e immobili a reddito, modificabile fino a un massimo di 1,06%

Per esempio, se la tua seconda casa ha un valore imponibile di 134.400 €, con l’aliquota standard dello 0,76% l’importo IMU sarà 134.400 x 0,0076 = 1.021,44 €.

Questo importo potrà aumentare o diminuire in base alla delibera del Comune in cui si trova l’immobile.

Detrazioni e agevolazioni

In alcuni casi, la normativa prevede delle detrazioni. La prima casa, se rientrante nelle categorie non di lusso, ha diritto a una detrazione di 200 euro, incrementabile di 50 euro per ogni figlio convivente di età inferiore ai 26 anni, fino a un massimo complessivo di 400 euro.

Sono inoltre previste esenzioni per le abitazioni principali (tranne che per quelle classificate come A/1, A/8 e A/9), per gli immobili degli enti non commerciali, per i fabbricati di interesse storico-artistico e per alcuni fabbricati agricoli.

Come si paga l’IMU

Il pagamento dell’IMU avviene due volte all’anno, con acconto a giugno e saldo a dicembre. I versamenti devono essere effettuati tramite modello F24 o bollettino postale.

Il codice tributo varia in base alla tipologia di immobile, e nel caso di utilizzo dell’F24 va prestata particolare attenzione alla corretta compilazione dei campi relativi al Comune, all’anno di riferimento e alla sezione del tributo (IMU o IMIS nei territori autonomi).

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