Il Comune di Ascea ha ottenuto un’importante vittoria legale presso il Consiglio di Stato, ponendo fine a un lungo contenzioso amministrativo. I giudici di Palazzo Spada hanno confermato la legittimità dell’acquisizione sanante di Palazzo De Dominicis-Ricci, respingendo il ricorso presentato dalla liquidatrice della società Immobiliare Ascea Marina srl, che ne rivendicava il possesso. La sentenza del Consiglio di Stato, dunque, convalida la delibera del Consiglio comunale di Ascea del 30 maggio 2023, che aveva disposto l’acquisizione dell’edificio storico da parte dell’ente locale. Già il Tar si era espresso a favore del Comune, respingendo l’istanza e riconoscendo la correttezza della procedura adottata.
Le motivazioni dell’acquisizione
Le ragioni che hanno portato all’acquisizione del palazzo sono state ritenute valide e giustificate dai giudici. Il Consiglio di Stato ha stabilito che i motivi addotti dal Comune non sono “né illogici né irragionevoli”. Al contrario, “il rilievo culturale del bene, la necessità di conservazione, valorizzazione e utilizzazione, oltre alle ingenti somme già spese dall’amministrazione, si pongono come argomenti che giustificano il provvedimento impugnato”. Il Comune ha infatti evidenziato che il palazzo rappresenta la principale emergenza culturale di Ascea e che, per questo, è stato sottoposto a un vincolo storico-architettonico da parte del Ministero per i beni e le attività culturali. L’iter espropriativo, autorizzato dal Dicastero, era volto a “tutelare il bene culturale, onde procedere alla sua conservazione e valorizzazione”.
La destinazione d’uso e il valore dell’immobile
Il Comune di Ascea non solo ha intrapreso un’azione legale per tutelare l’edificio, ma ha anche investito per il suo recupero e restauro, ottenendo un finanziamento dalla Regione Campania nell’ambito del Progetto Integrato “Grande Attrattore Culturale ‘Paestum – Velia’”. Palazzo De Dominicis-Ricci è stato stabilmente destinato a un’esposizione permanente dei reperti di Elea-Velia, a un centro culturale, a uno spazio teatrale e a sede di convegni e dell’Archivio delle Culture Mediterranee. Per quanto riguarda il risarcimento per l’esproprio, la controversia verteva anche sul valore del bene. Inizialmente fissato a 850mila euro tramite un accordo transattivo del 2010, il valore era stato ridotto a poco più di 485mila euro con una delibera successiva. Il Comune aveva già liquidato ai proprietari l’80% dell’indennizzo concordato con l’accordo del 2010 e, successivamente, ha stanziato le somme per saldare il restante 20%, pari a 229.555,68 euro (comprensivo di interessi e rivalutazione), ponendo fine al contenzioso. Il Consiglio di Stato ha convalidato la procedura adottata, confermando la proprietà del palazzo al Comune di Ascea.