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Incidente a Capitello: dopo 16 anni risarcimento extra ai coinvolti

Mezzo milione non basta. Arriva la decisione della Corte di Cassazione: ai feriti dell'incidente di Capitello altri 200mila euro

A cura di Maria Emilia Cobucci
Pubblicato il 13 Novembre 2022
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La Corte di Cassazione

Per un incidente accaduto a Capitello di Ispani nel 2006, l’indennizzo pagato ai danneggiati pari a mezzo milione di euro non basta. Vanno distribuiti altri 200mila euro ai coinvolti, in base ai danni subiti. È quanto hanno deciso i giudici della Cassazione condannando la compagnia assicuratrice a versare un ulteriore risarcimento.

Incidente a Capitello. i fatti

i fatti risalgono al 16 luglio di sedici anni fa. Quel giorno si verificò un grave incidente stradale nella frazione costiera del centro del Golfo di Policastro. Due le auto coinvolte nel sinistro: una Fiat Punto e una Opel Tigra. Nella prima auto c’erano a bordo tre passeggeri oltre al conducente, nell’auto sportiva invece due passeggeri e il conducente.

Erano tutti giovani residenti nella zona che a causa del sinistro riportarono lesioni anche di un certa gravità, per qualcuno con danni permanenti. Dopo il giudizio in Tribunale, la compagnia assicurativa che copriva la responsabilità civile del conducente della Fiat Punto fu condannata a pagare poco più di mezzo milione di euro agli occupanti dell’altro veicolo.

La decisione della Corte di Cassazione

La Cassazione, però, è andata oltre ritenendo la cifra insufficiente. Ciò, nonostante i beneficiari abbiano firmato una dichiarazione di non avere più nulla a pretendere, né dalla compagnia assicurativa né dall’assicurato,

“Fermo restando che il massimale minimo dell’autovettura Fiat Punto a bordo della quale era incapiente a soddisfare tutti i danneggiati, è pur vero che la compagnia assicuratrice non avrebbe dovuto decurtare quel massimale erogando, in effetti, una somma minore, posto che i trasportati a bordo della Opel Tigra non avevano avanzato alcuna pretesa risarcitoria ulteriore nei confronti della stessa compagnia”. Così scrivono i giudici capitolini.

Per gli ermellini, dunque, il tribunale di primo grado commise un “errore in iudicando” quando affermò che la decurtazione “possa operare soltanto in presenza di una pluralità di danneggiati che al momento dell’incidente viaggiavano a bordo della stessa autovettura”.

“Tale affermazione – sostiene la Cassazione – non è corretta in relazione al caso concreto”. Nel caso dell’incidente di Capitello, “sul massimale della Fiat Punto concorrevano solo i trasportati a bordo della medesima. Con la conseguenza che il massimale di euro 775mila euro avrebbe dovuto essere posto dalla compagnia interamente a disposizione di quei trasportati, senza operare la decurtazione che è stata invece compiuta”.

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