Attualità

Verso le elezioni regionali in Campania: dati e curiosità

Il 23 ed il 24 novembre – a quaranticinque anni esatti dal terremoto che sconvolse l’Irpinia – si terranno le elezioni regionali.

In attesa del voto, qualche curiosità statistica su cui ragionare.

Le tornate elettorali e l’affluenza

Il primo voto per le regionali si è avuto nel 1970. E da quella data si è votato ogni cinque anni per 11 volte, di cui n. 5 volte col sistema proporzionale e n. 6 volte col differente sistema elettorale maggioritario/presidenziale introdotto dalla Legge 23 febbraio 1995, n. 43 (cd. Legge Tatarella), cui – in seguito alla Legge Costituzionale n. 1 del 1999 – hanno fatto seguito diverse leggi elettorali regionali che hanno autonomamente dettagliato la materia. La Campania vi ha provveduto con la legge elettorale regionale n. 4 del 27 marzo 2009.

Il primo dato che emerge è che, in Campania, al netto di crisi e rimpasti, si è comunque votato sempre alla scadenza naturale della legislatura. Nessun scioglimento o voto anticipato.

Ad ogni tornata elettorale è sempre cresciuto il numero degli elettori (nel 2020 gli aventi diritto erano 4.996.921), mentre il numero dei votanti è andato, via via, calando.

Ed infatti, in termini percentuali, il numero dei votanti è progressivamente calato a partire dal 1995 allorquando votò il 73,90 %, rispetto all’81,17% del 1990, sino ad arrivare al 2020 che ha fatto registrare una percentuale pari al 55,52%, la più bassa mai toccata sinora.

In termini assoluti, il dato si dimostra ancor più suggestivo atteso che, pur essendo sempre cresciuto il numero degli elettori, le persone che sono andate a votare sono specularmente calate.

La prima diminuzione vi è stata sempre nel 1995 allorché, dai 3.528.850 votanti del 1990, si è passati a 3.408.449.

Nel 2000 i votanti sono stati 3.317.112 del 2000 e, così, nel 2005 sono stati 3.294.474, mentre nel 2010 sono stati 3.114.075 e nel 2015 sono stati 2.578.767.

La tornata elettorale del 2020 (quella del Covid-19), seppur in calo percentuale, è in controtendenza perché ha fatto registrare un numero di votanti pari 2.774.104, in leggero aumento rispetto al 2015.

Resta, però, il fatto che – in trent’anni – il numero dei votanti ha avuto una poderosa flessione pari a ben 754.746 persone.

I risultati definitivi

Quanto ai risultati, nelle n. 5 tornate (1970-1990) tenutesi durante la cd. prima Repubblica, la DC è sempre stata il primo partito con percentuali oscillanti fra il 36,68% (minimo storico nel 1975) ed il 40,83% del 1990.

Il secondo partito è sempre stato il PCI (percentuale massima del 27,10% nel 1975), con l’unica eccezione del 1990 che è arrivato terzo col 16,71%, sorpassato dal PSI col 18,99%.

La terna dei partiti più votati è sempre stata suddivisa fra DC, PCI e PSI, con l’unica eccezione del 1975 allorquando il terzo partito in Campania fu il MSI-DN col 12,16%.

Con la nuova legge elettorale si vira verso il sistema maggioritario con voto diretto al Presidente.

La prima elezione in tal senso si è tenuta nel 1995 ed ha visto la vittoria di Antonio Rastrelli col 47,86% su Giovanni Vacca che ebbe a totalizzare il 46,87%.

Nel 2000 fu, invece, la volta di Antonio Bassolino che vinse le elezioni col 54,18% contro l’uscente Rastrelli che totalizzò il 44,22%.

Ed il primo Presidente ad essere riconfermato per il secondo mandato è stato proprio Bassolino che, nel 2005, vinse nuovamente le elezioni col 61,56% contro il 34,38% di Italo Bocchino.

Venendo più ai giorni nostri, la Regione vira nuovamente a destra nel 2010 con l’elezione di Stefano Caldoro (54,25%) che ebbe a superare Vincenzo De Luca che si fermò al 43,04%.

Cinque anni dopo, nel 2015, la rivincita che vide, stavolta, vincere De Luca col 41,15% a fronte del 38,38% conseguito da Caldoro.

Stessi contendenti anche nel 2020 con Vincenzo De Luca rieletto col 69,48% e Caldoro che si è fermato al 18,06%.

Sicché, il sistema maggioritario vede il centrosinistra avanti rispetto al centrodestra con quattro vittorie contro due. Allo stesso modo, il centrosinistra è sempre riuscito a confermare il Presidente uscente, mentre lo stesso non è mai accaduto col centrodestra.

I presidenti

Anche per i Presidenti della Giunta Regionale è necessario distinguere fra coloro i quali venivano eletti dal Consiglio Regionale e quelli che sono stati eletti direttamente dagli elettori.

Ebbene, la Campania ha avuto 15 Presidenti. Nella prima Repubblica, eccezion fatta per il brevissimo interim di Giovanni Acocella del PSI, sono stati tutti Presidenti democristiani.

Ad interrompere tale assetto politico/governativo è stato Rastrelli, proveniente dal MSI eppoi approdato ad AN.

Invece, l’esperienza politica proveniente dal mondo comunista ha avuto la sua prima volta con Antonio Bassolino dei DS, cui ha fatto seguito il doppio mandato di Vincenzo De Luca del PD.

Nel mezzo, il governo di Stefano Caldoro del Polo delle Libertà, proveniente però dal socialismo riformista degli anni ’80 e tra i fondatori del Nuovo PSI.

Il dato di Agropoli

Rispetto al dato regionale, Agropoli – come la stragrande maggioranza dei comuni medio/piccoli – si segnala per un voto che, seppur rispecchia il complessivo dato regionale, esprime localismi che lo distinguono.

Volendo prendere in considerazione i tre partiti più votati, emerge subito che il primo partito è sempre stato la DC, che però non ha mai superato il 40% (massimo conseguito il 38,40% nel 1985).

Nelle tornate dal 1970 al 1980, il secondo partito è stato il PRI che esce dalla terna nel 1985, rientrandovi nel 1990 al terzo posto.

Il PCI è stato terzo partito nel 1970 e nel 1975, mentre nel 1980 esce dalla terna per non rientrarvi più.

Il PSI entra nella terna nel 1980 per, poi, essere secondo partito cittadino nel 1985 e nel 1990. Il PSDI è, invece, riuscito ad essere terzo partito soltanto nel 1985.

Con il sistema maggioritario, Agropoli si pone ancor più in tendenza con i risultati regionali.

In tutte le tornate elettorali, infatti, il candidato vincente è stato anche quello più votato in città. Con l’unica eccezione del 2010 allorquando lo sconfitto Vincenzo De Luca, seppur di poco (50,58%), prese più voti del vincitore Stefano Caldoro (47,63%)1.

1 I dati delle elezioni sono stati tratti dal portale “Eligendo”, che è il sistema integrato di archiviazione e diffusione istituzionale dei risultati elettorali. Francesco Botti

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