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Spreco alimentare, l’Europa fa sul serio e dal 2026. Novità anche per le mense scolastiche

Lo spreco di cibo è un peso insostenibile per l’Europa. Ogni anno, circa un decimo del cibo disponibile finisce nella spazzatura, una cifra che costa più di 130 miliardi di euro e coesiste con 37 milioni di persone che non possono permettersi un pasto di qualità con regolarità. È un paradosso che l’Unione Europea ha deciso finalmente di affrontare con serietà.

Nuove regole UE: la lotta allo spreco diventa vincolante

Con una nuova direttiva, l’UE introduce per la prima volta obiettivi giuridicamente vincolanti da raggiungere entro il 2030. La missione è chiara: ridurre del 30% lo spreco generato da famiglie, ristorazione e commercio al dettaglio, e del 10% quello prodotto da industria e trasformazione. È una sfida enorme che richiede non solo l’intervento dei governi, ma anche soluzioni pratiche e innovative.

PlanEat: la tecnologia che dimezza gli avanzi nelle mense

Mentre Bruxelles fissa gli obiettivi, in Italia c’è chi ha già trovato un metodo efficace. PlanEat, una società benefit lombarda, ha fatto della pianificazione dei pasti e della tecnologia digitale il cuore del suo modello per combattere lo spreco domestico e collettivo.

Un settore particolarmente bisognoso di interventi è quello delle mense scolastiche. In Italia, lo spreco medio in questo contesto varia tra il 15% e il 30% del cibo servito, con pane, frutta e verdura tra gli alimenti più cestinati.

In occasione della Giornata mondiale contro lo Spreco Alimentare, PlanEat ha presentato i risultati del progetto pilota MenSana, che ha dimostrato come con pochi accorgimenti sia possibile tagliare della metà gli avanzi nelle scuole.

Il progetto MenSana: la rivoluzione gentile di Borgarello

Il progetto MenSana è stato testato nella scuola dell’infanzia e primaria di Borgarello (PV) e i risultati sono stati sorprendenti: lo spreco di cibo si è ridotto del 52% in tre mesi.

Il segreto? Dare potere di scelta a studenti e famiglie attraverso la piattaforma PlanEat Scuola:

  • Piatto a scelta e porzione personalizzata: I genitori potevano selezionare per il proprio figlio tra due opzioni nutrizionali equivalenti per ogni portata e, fondamentale, scegliere la dimensione della porzione: standard, mezza porzione, assaggio o persino “zero porzione” (piatto non cucinato).
  • Meno spreco fin dalla cucina: La possibilità di scelta ha permesso di pianificare l’esatto fabbisogno, riducendo mediamente del 20% il cibo prodotto in cucina (con un taglio del 35% solo sui contorni), con un enorme beneficio in termini di materie prime ed energia risparmiate.
  • Avanzi azzerati per le verdure: Grazie all’opzione “assaggio”, molte famiglie hanno convinto i bambini a provare alimenti solitamente rifiutati, come insalata verde o carote al vapore, azzerando lo spreco in quella categoria.

Come spiega Nicola Lamberti, CEO di PlanEat, questo non è solo un software, ma un “cambio di paradigma”: non si tratta di produrre cibo in eccesso che finisce nei rifiuti, ma di cucinare ciò che serve davvero.

L’appello alle istituzioni è chiaro: nei bandi per la ristorazione scolastica, è necessario consentire di produrre meno della porzione standard se la richiesta dell’utente è inferiore, coniugando così sostenibilità economica, ambientale ed educativa. La lotta allo spreco, grazie alla tecnologia e alla partecipazione delle famiglie, smette di essere una fatalità per diventare una scelta consapevole che si impara fin da piccoli.

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Tags: mensascuola