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Capaccio Paestum, Paolino: «bene sanatoria proposta da governo Meloni»

Il Sindaco di Capaccio Paestum, Gaetano Paolino, giudica con grande favore la volontà del Governo Meloni e di FDI di riaprire i termini della sanatoria edilizia 2003, auspicando che a livello parlamentare possa aprirsi un nuovo dibattito anche sulla legge 220/1957. A tal proposito, il Sindaco Paolino ha fatto anche una serie di valutazioni specifiche per lanciare la questione.

Il commento del sindaco Paolino

“Ritengo assai positivo l’emendamento con il quale il Governo Meloni intende riaprire i termini della sanatoria edilizia del 2003. Il correttivo presentato offre possibilità di riordino dei territori, che da tempo attendono risposte certe”, precisa Paolino.

“L’occasione e il tema potrebbero, e me lo auguro, spingere il governo nazionale e i partiti di maggioranza, unitamente alla collaborazione di tutto l’arco parlamentare, a mettere al centro del dibattito anche la questione della legge 220/1957 – prosegue – Auspico, da Sindaco di Capaccio Paestum, che si possa sviluppare un percorso in Parlamento che porti a delle modifiche, visto che nei decenni questa legge si è dimostrata carente e oggi appare addirittura inadeguata ad affrontare le tante contraddizioni. L’idea potrebbe innanzitutto essere quella di colmare una grande lacuna, ovvero il fatto che tale legge è priva di un regolamento attuativo e questa assenza causa spesso interpretazioni divergenti e forme di disparità di trattamento fra i cittadini. Tante volte abbiamo assistito a pareri ministeriali concessi e in altri analoghi casi negati”.

Poi aggiunge: “Come Comune di Capaccio Paestum, attraverso il nuovo PUC, intendiamo affrontare questa problematica per quanto di competenza comunale, realizzando concretamente un censimento edilizio di tutti i fabbricati e opere nel perimetro della 220/57 in modo da poter proporre di sanare tutto ciò che, come recita la norma, non rechi pregiudizio allo stato della località”.

“La Regione Campania – continua Paolino – potrebbe fare poi il suo attraverso la redazione di un Piano Paesistico per Paestum, così come fatto ad esempio per la costiera amalfitana, stabilendo criteri per l’aspetto esteriore di edifici, nuove costruzioni, ampliamenti o infrastrutture che ricadono in aree soggette a vincolo, come quella della nostra 220, in modo da mettere a disposizione uno strumento moderno per riqualificare e valorizzare tutta l’area”.

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