POLLICA. E’ stata pubblicata questa settimana la sentenza emessa dalla quinta sezione penale della Corte di Cassazione relativa al procedimento che vedeva coinvolto Dario Vassallo, presidente della Fondazione Angelo Vassallo e fratello del sindaco pescatore.
Per lui la conferma della condanna per diffamazione. Vassallo era già stato condannato dal Tribunale di Vallo della Lucania nel 2019; la Corte di Appello, lo scorso anno, riformò parzialmente la sentenza, concedendo le circostanze attenuanti generiche e rideterminando la pena in una multa di 900 euro. A presentare querela era stato Costabile Maffia, ex comandante della stazione carabinieri di Pollica, in seguito ad un post pubblicato sui social.
Dario Vassallo scriveva: «Sabato sera a Cronero sono stato invitato a partecipare ad uno spettacolo teatrale dal titolo MAFFIA. Secondo me c’è una effe di più o è il cognome di uno che mi ha querelato e continua a nascondersi dietro o dentro un abito? Aspetta che verrà il tuo momento».
Vassallo nel ricorso presentato sosteneva – tra altro – di non aver mai definito il carabinieri un mafioso ma di aver giocato con le parole in modo ironico.
Non solo: per la difesa di Vassallo il fatto è «necessariamente da collocare nel più ampio e doloroso contesto della morte del fratello del ricorrente, Angelo Vassallo, trucidato anni fa, senza che siano ancora stati rintracciati i responsabili del brutale omicidio, posto che le affermazioni del ricorrente – seppure forti – debbono necessariamente essere inserite nell’acceso dibattito di stampo e di interesse pubblico che è sorto intorno a tale dolorosa vicenda».
Per gli ermellini, però, il ricorso di Dario Vassallo è inammissibile e infondato.