• Live TV Canale 79
  • Pubblicità
Notifiche
Logo InfoCilento
  • Home
  • Attualità
  • Cronaca
  • Politica
  • Eventi
  • Sport
  • Tv – Canale 79
  • Turismo
  • Contattaci
Logo InfoCilento
CANALE 79
Live
Cerca un articolo
  • Home
  • Attualità
  • Cronaca
  • Politica
  • Eventi
  • Sport
  • Tv – Canale 79
  • Turismo
  • Contattaci
Seguici

Referendum cannabis, il comitato promotore risponde alla bocciatura della Corte

A cura di Redazione Infocilento
Pubblicato il 2 Marzo 2022
Condividi
Referendum

Il 16 febbraio scorso, la Corte Costituzionale ha giudicato inammissibile il quesito referendario finalizzato alla depenalizzazione della coltivazione e del consumo a scopo ricreativo della cannabis. La decisione è stata spiegata in conferenza stampa dal presidente della Corte, Giuliano Amato; l’ex premier ha sottolineato come il quesito, così come formulato, modificando gli articoli 73 e 75 del “Testo unico sugli stupefacenti”, avrebbe implicato la legalizzazione di tutte le sostanze, incluse le cosiddette “droghe pesanti”, provocando una “violazione di obblighi internazionali” da parte dell’Italia; al contempo, avrebbe creato delle incongruenze a livello normativo, dal momento che il quesito non sarebbe stato sufficiente a modificare coerentemente le altre disposizioni attualmente vigenti in materia di sostanze stupefacenti. In sostanza, il referendum avrebbe permesso la depenalizzazione di condotte che altri dispositivi ritengono ancora penalmente rilevanti.

La replica del comitato per la legalizzazione della cannabis

La reazione del comitato che ha promosso la raccolta di firme per il referendum a favore della legalizzazione della cannabis non si è fatta attendere. Attraverso il proprio sito di riferimento (referendumcannabis.it), il comitato ha diffuso un comunicato stampa in risposta alla pronuncia della Corte Costituzionale.

“Le argomentazioni del presidente della Corte” – si legge nella nota – “hanno riguardato il primo punto. Sotto tre aspetti, tra loro anche inconciliabili”. Circa la proposta di modificare il comma 4 dell’articolo 73 del “Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza”, il comitato ha precisato che non c’è stato un errore materiale nella formulazione del quesito.

Leggi anche:

Vendere un immobile di pregio in Italia: guida ai servizi premium per proprietari

Il comma 4, nell’interpretazione dei promotori del referendum, richiama le condotte riportate al comma 1 dell’articolo 73 del Testo unico, che include anche la coltivazione. Secondo il comitato, è evidente che “non si possa prescindere da una lettura combinata dei due commi” e, di conseguenza, “non si poteva fare altrimenti, dal momento che i due commi sono legati”. Pertanto, senza depenalizzare la coltivazione, si legge nel prosieguo della nota, sarebbe rimasta in vigore l’elevata sanzione pecuniaria attualmente prevista per questo tipo di condotta “mentre l’intento dei promotori era quello di decriminalizzare del tutto la coltivazione a uso personale”.

Le argomentazioni del comitato circa questo aspetto vertono anche su un altro punto: l’inciso “coltiva” (che il referendum puntava ad eliminare dal Testo unico) fa riferimento solo alle piante e, come sottolinea la nota stampa di referendumcannabis.it, “l’unica pianta che è possibile consumare come stupefacente è la cannabis”. Le altre sostanze, sottolinea il comitato, non vanno soltanto coltivate ma anche trasformate; le condotte relative alla effettiva produzione di sostanze stupefacenti “sarebbero rimaste punite nel comma 1 del 73. Questo non avrebbe comportato alcuna violazione degli obblighi internazionali”. Infine, spiega ancora il comunicato del comitato promotore, “ad andare esente da pena sarebbe stata la sola coltivazione rudimentale a uso personale e non anche quella all’ingrosso”, in riferimento alle possibili incongruenze normative paventate dal presidente Amato (rispetto alle disposizioni degli articoli 26, 27 e 28 del Testo unico).

Lo scenario attuale della cannabis in Italia

Con la bocciatura del referendum sulla legalizzazione, e in attesa che il Testo base adottato in Commissione Giustizia prosegua il proprio iter parlamentare, il quadro normativo relativo ai semi di cannabis in Italia resta di fatti immutato. Il recente decreto interministeriale sulle piante officinali ha ribadito come la produzione di canapa (ad eccezione di quella farmaceutica) resta sotto l’egida della legge n. 242 del 2016. Tali disposizioni consentono la commercializzazione di derivati della cannabis sativa con THC inferiore o pari allo 0,5%, come quelli in vendita su e-commerce specializzati quali High on life weed. Una percentuale così esigua di principio attivo (il THC è il composto organico che scatena gli effetti psicoattivi che caratterizzano la marijuana e l’hashish) fa sì che tali prodotti non determinano effetti psicotropi né provocano dipendenza; ragion per cui, sono ritenuti innocui.

Condividi questo articolo
Facebook Whatsapp Whatsapp Threads Copia Link

Agropoli, furto di bicicletta in via Moio: un ritrovamento alimenta i sospetti

La bicicletta elettrica era davanti ad un’attività quando è stata prelevata

Stelle di Natale

Le Stelle di Natale dell’Ail tornano in piazza: la mappa della solidarietà in provincia di Salerno

Nel weekend tornano le Stelle di Natale Ail per sostenere la ricerca.…

Walt-Disney

Almanacco del 5 Dicembre. Scopri fatti, curiosità e programmi tv sul Canale 79

Almanacco del 5 dicembre: dai nati Walt Disney e Maria De Filippi…

  • Torna alla home

Invia il tuo articolo o la tua segnalazione alla redazione

Condividi le tue storie con noi e diventa parte della comunità di Infocilento. Dai voce ai tuoi racconti e arricchisci il portale con il tuo contributo.

  • Scopri di più
  • Redazione
  • Contattaci
  • Pubblicità
  • Collabora
  • Come vederci
  • Scarica l’app
  • Newsletter
  • Privacy
  • Gestione reclami
  • Codice di condotta
  • Facebook
  • X
  • Youtube
  • Google news
  • Instagram
  • Linkedin

© Copyright 2025 InfoCilento, registrazione Tribunale di Vallo della Lucania nr. 1/09 del 12 Gennaio 2009. Iscrizione al Roc: 41551. Editore: Domenico Cerruti – Proprietà: Red Digital Communication S.r.l. – P.iva 06134250650. Direttore responsabile: Ernesto Rocco | Tutti i contenuti di questo sito sono di proprietà della casa editrice, testi, immagini, video o commenti, non possono essere utilizzati senza espressa autorizzazione. Per le notizie o fotografie riportate da altre testate giornalistiche, agenzie o siti internet sarà sempre citata la fonte d’origine. Dove non sia stato possibile rintracciare gli autori o aventi diritto dei contenuti riportati, i webmaster si riservano, opportunamente avvertiti, di dare loro credito o di procedere alla rimozione. La redazione non è responsabile dei commenti presenti sul sito o sui canali social. Non potendo esercitare un controllo continuo resta disponibile ad eliminarli su segnalazione qualora gli stessi risultino offensivi e/o oltraggiosi. Relativamente al contenuto delle notizie, per eventuali contenuti non corretti o non veritieri, è possibile richiedere l’immediata rettifica a norma di legge.