NOVI VELIA. Come da tradizione la seconda Domenica di Ottobre segna il termine ultimo per visitare il Santuario Mariano posto sulla vetta del Monte Gelbison. Dal Maggio allโOttobre migliaia di pellegrini, di anno in anno, accorrono per rendere omaggio alla Madonna venerata nel santuario piรน alto dโItalia ed uno dei luoghi di culto piรน noti di tutto il meridione.
Purtroppo negli ultimi anni non sono mancate limitazioni: prima per il pericolo rappresentato dai fenomeni franosi lungo la strada che permette di raggiungere la sommitร del monte e poi per lโemergenza covid che anche domenica limiterร le iniziative, seppur con meno restrizioni rispetto allo scorso anno.
Nel giorno della chiusura suggestivo รจ il rituale che vedrร i fedeli volgere lโultimo saluto alla Vergine la cui immagine verrร โvelataโ. La riapertura รจ prevista per lโultima domenica di maggio.
La storia del Santuario
Il Santuario fu fondato dai monaci basiliani nel X secolo su un preesistente sito pagano. Il primo documento che ne attesta lโesistenza รจ del 1131; nel documento si fa riferimento a una Rupis Sanctae Mariae nel feudo di Rofrano. In seguito, il complesso religioso venne ampliato divenendo un vero e proprio santuario, posseduto dal vescovo di Capaccio fino al 1323 anno in cui Riccardo di Marzano, barone di Novi, lo comprรฒ per cederne lโuso alla congregazione dei Celestini di Novi.
Nel XVIII secolo, poi, il Santuario ritornรฒ in possesso del vescovado di Capaccio. Nel 1908 ebbero inizio i lavori di ampliamento della chiesa che terminarono dopo nove anni e lโ8 settembre 1917 si tenne, appunto, la consacrazione del nuovo edificio. La vetta del Monte Gelbison รจ meta di pellegrinaggi fin dal 1300 e non mancano leggende che aggiungono fascino a un luogo giร suggestivo di per sรจ.
La tradizione vuole che siano stati proprio i pastori di Novi a fondare il Santuario. Avendo iniziato i lavori di costruzione di un piccolo tempio mariano alle falde del monte e trovando ogni mattina distrutto il lavoro del giorno precedente, i pastori decisero di trascorrere la notte vegliando per capire chi fossero gli autori di quel gesto. Gli uomini avevano portato un agnello per sfamarsi ma, sul punto di essere uccisa, la bestia riuscรฌ a scappare correndo fin sulla vetta del monte dove si arrestรฒ dinnanzi a un muro che ostruiva lโingresso in una grotta in cui i pastori scorsero lโeffigie della Madonna.
Avvisato dellโaccaduto, il vescovo di Capaccio si recรฒ personalmente sul monte per verificare quanto raccontato dai pastori e, nel momento in cui impose le mani per benedire la grotta, si udรฌ una voce dallโalto che diceva: โQuesto luogo รจ santo ed รจ stato consacrato dagli Angeliโ.
Unโaltra leggenda narra della visita al Santuario da parte di due cavalieri longobardi. Uno di essi, perรฒ, non entrรฒ rimanendo sulla porta a schernire il suo compagno che โ entrato a ringraziare Maria โ si stava ricoprendo di ridicolo compiendo un gesto non adatto ad un vero guerriero. Dโun tratto, perรฒ, il suo cavallo si imbizzarrรฌ portandosi fin sullโorlo del precipizio. Il cavaliere, allora, invocรฒ la Madonna che gli risparmiรฒ la vita facendo arrestare il cavallo su una sporgenza calcarea oltre il ciglio del dirupo. Da allora lo spuntone รจ denominato โciampa di cavalloโe da quellโepisodio deriverebbe lโusanza dei pellegrini di gettarvi monete. Se a centrare lo spuntone รจ una donna nubile, ella vi ritornerร da sposata. Nel caso si tratti di una persona anziana, invece, sarร garantito il ritorno anche lโanno seguente.