Elisa Balsamo
Ancora una stagione tinta d’oro per Elisa Balsamo, atleta classe 1998 reduce da un 2020 colmo di trionfi sulle due ruote. La ciclista piemontese, dopo medaglie d’oro e trionfi degli anni passati, ha confermato tutte le sue doti su pista e strada anche in questa seconda parte di 2020. Per la cuneese Elisa Balsamo origini cilentane, legate alla nonna materna di Piano Vetrale frazione di Orria. Abbiamo raggiunto, per rivivere brevemente la sua carriera, la ciclista campione d’Europa Elite nel 2016 e 2017 e che in questo 2020 si è imposta due volte su pista ed una su strada, nella categoria Under-23.
“La mia passione per il ciclismo è nata da piccolina. I miei genitori sono stati sempre appassionati delle due ruote, quindi è stato semplice per me salire in sella ad una bici. Ho provato ad avvicinarmi anche ad altre discipline, ma il richiamo delle due ruote è stato troppo forte”.
“Sinceramente non pensavo di vincere due ori ed un argento a questi europei. Sono molto contenta, sicuramente arrivare a questi livelli richiede molti sacrifici. Bisogna allenarsi con costanza, stare attenti all’alimentazione, fare insomma vita da atleti. I tanti successi di questi anni ripagano tutto il lavoro svolto”.
“Del 2015 ricordo, di sicuro, il primo mondiale vinto in pista, tra le Juniores, nello scratch, a seguito di un anno davvero positivo. È stato un po’ l’inizio del mio percorso con la mia squadra, ovvero, la Valcar”.
“Nel 2016, dove ho raccolto il primo oro Elite agli Europei in Francia, sono stata protagonista di una bellissima annata. Il cambio di categoria non è mai facile ma devo ringraziare in questo sicuramente la mia squadra. Questa società mi ha permesso di fare il tutto nella massima tranquillità mettendomi sempre a mio agio, e senza alcuna pressione sulle spalle. Questi fattori sono stati davvero importanti e sottolinea di essere stata seguita nel migliore dei modi”.
“Sicuramente ottenere i primi risultati sin dal primo anno è stato estremamente incoraggiante. Ho capito che i sacrifici venivano ripagati a dovere e questo è stato di grande stimolo per continuare sui binari intrapresi. L’oro agli Europei di Berlino, del 2017, hanno confermato quanto di buono fatto”.
“Nel ciclismo l’affiatamento con i compagni è fondamentale a mio avviso. Questo è uno degli sport dove il concetto di squadra è imprescindibile, è importante trovarsi in sintonia con le compagne, essere altruiste e disponibili nei loro confronti e in ogni situazione in gara e fuori”.
“Ho sempre alternato pista e strada. In questo anno sono maturata fisicamente e questo, indubbiamente, ha aiutato. Continuerò a lavorare in questa direzione cercando di rimanere sempre competitiva sull’asfalto e in pista. Determinati risultati sono arrivati sulla base di quanto fatto in passato”.
“Sicuramente è stato difficile allenarsi per mesi tra palestra e ciclo-mulino, è stato anche bello poter riprendere, poi, a pieno regime. L’Europeo su strada Under-23 e la vittoria alla Vuelta, a Madrid, sono frutto di quel lavoro e delle sensazioni positive che avvertivo alla ripresa. Anche se è stata una stagione difficile, per molti versi, è stata una grande gioia grazie ai traguardi ottenuti”.
“Inizialmente è stato un anno difficile, complice una brutta caduta che mi ha portato 18 punti su un ginocchio. Non è stato facile reagire, ma sono stata contenta degli obiettivi raggiunti. Le due medaglie d’oro, e non solo, mi rendono davvero felice e mi stimolano a lavorare ancora di più in ottica 2021”.
“Ora mi aspetta un periodo di riposo. I primi appuntamenti del 2021 dovrebbero essere, ma ancora non si ha la certezza, gli Europei su pista anticipati al mese di febbraio”.
“Si le mie origini cilentane sono legate alla mia nonna paterna. Lei è di Piano Vetrale e da ragazzina sono stata una paio di volte ad Orria. Per il futuro con un calendario zeppo di impegni non sarà sicuramente facile tornarci, anche se me la raccontano come una terra estremamente affascinante”.