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Da Agropoli la solidarietà al popolo del Saharawi

Tensione nel territorio del Saharawi occidentale: appello alla pace

A cura di Redazione Infocilento Pubblicato il 6 Novembre 2020
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Ambasciatori di Pace

Da Agropoli la solidarietà al popolo Saharawi e un appello alla pace in quei territori. L’associazione Piccoli Ambasciatori di Pace, presieduta da Antonio Giaccio, è tra i firmatari dell’appello della Rete Saharawi, solidarietà italiana con il popolo Saharawi Odv, che raccoglie le varie associazioni che svolgono iniziative benefiche per questa comunità. L’associazione Piccoli Ambasciatori di Pace da anni accoglie i bambini sahawariani ad Agropoli e nel Cilento e i suoi volontari spesso si sono recati sul posto per conoscere da vicino questa realtà.

Ora che quel territorio vive un momento di grande difficoltà, è forte l’appello affinché “le risoluzioni ONU siano rispettate, che il Piano di Pace avanzi con onore e non si pieghi a favoritismi di convenienze economiche”.

Nel Saharawi, infatti, c’è in queste settimane un clima di grande tensione. In particolare nell’area di El Guerguerat, una lingua di terra dell’estremo sud-ovest del Sahara Occidentale che arriva fino al mare, dall’inizio di ottobre si stanno svolgendo scontri tra truppe marocchine e un gruppo di manifestanti del Fronte Polisario. Una lunga fila di camion marocchini è ancora bloccata lì.

“Nella situazione di blocco dei trasporti aerei il Marocco ha infranto ulteriormente le disposizioni ONU per il commercio di risorse provenienti dal Sahara Occidentale – spiegano dalla Rete Saharawi – Al danno la beffa: all’illegalità dello sfruttamento delle risorse già sancito dal Tribunale Europeo si somma la sfrontatezza di utilizzare il corridoio di Guerguerat, definito come territorio non accessibile al Marocco dalle stesse Nazioni Unite. Questo corridoio, confinante con la Mauritania, era stato escluso dalla parte del Sahara Occidentale occupato dal Marocco e isolato militarmente dal muro costruito negli anni Ottanta, una struttura fortificata e minata di 2720 km che taglia in due lo Stato del Sahara Occidentale. Tale definizione del territorio, sebbene illegale, fu considerata nel 1991 dall’ONU utile per il monitoraggio del cessate il fuoco tra le due parti in conflitto: Marocco e Fronte Polisario, e reiterata nel 1997. Questo atto di sfida rende ancora più evidente l’impotenza della comunità internazionale e preoccupa per la stabilità della regione. La presenza armata del Marocco, in una delle zone “vedetta” per il mantenimento del cessate il fuoco del Piano di Pace, si accoda ad altre inadempienze inquietanti, quali la mancata nomina dell’inviato speciale del Segretario generale ONU perché si riprendano i colloqui tra le parti che dovrebbero portare al compimento del referendum di autodeterminazione e il rinnovo del mandato della MINURSO, previsto a fine mese, in cui si discuterà di nuovo se tale missione debba avere, al pari di altre, anche il mandato per vegliare sul rispetto dei diritti umani”.

La Rete Saharawi ha voluto far sentire forte la sua voce, manifestando vicinanza al popolo sahawariano e chiedendo interventi immediati.

Il popolo saharawi da ben 45 anni attende di vedere riconosciuto il proprio diritto all’autodeterminazione, ma fin ora il Marocco è rimasto sordo alle richieste.

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