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Casal Velino, comune non paga: accoglienza a rischio

Migranti in rivolta

A cura di Carmela Santi
Pubblicato il 5 Settembre 2018
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Migranti

Il comune non paga, accoglienza a rischio per gli ospiti della casa Nazaret, migranti in rivolta. Accade a Casal Velino dove la cooperativa che gestisce il Centro Sprar ha chiesto al Ministero dell’Interno di interrompere il progetto. Il motivo è ben preciso, da oltre un anno la cooperativa si occupa di sedici migranti senza aver ricevuto alcun rimborso dal comune guidato dal sindaco Silvia Pisapia. Restano fermi ben 116 mila euro che il comune ha incassato da mesi dal ministero per le attività svolte nel primo semestre. La vicenda arriva dal centro di accoglienza situato in località Verduzio al confine tra il comune di Casal Velino e quello di Omignano. La cooperativa ha problemi economici ed è stata costretta a ridurre i sevizi agli ospiti. Migranti dai venti ai trent’anni in agitazione. Ieri in segno di protesta hanno occupato la sede impedendo ai dipendenti di entrare negli uffici. La situazione sta diventando insostenibile. I responsabili della Cooperativa Casa di Nazaret hanno chiesto l’intervento del Ministero dell’Interno. A ricostruire i fatti è il presidente Claudio Lunghini. “Insieme alla cooperativa l’Iris di Foggia e la Innotec di Molfetta, da otre un anno gestiamo lo Sprar di Casal Velino. Il nostro raggruppamento ha vinto una gara ad evidenza pubblica.

Dal primo giorno di gestione il Comune ci ha delegato ogni responsabilità gestionale, rifiutandosi anche di corrispondere il 5 per cento dei servizi previsti dal dal Ministero. In compenso ha frapposto ostacoli di ogni tipo a corrispondere le competenze dovute”. Carte alla mano il responsabile della cooperativa ribadisce che da sei mesi il Comune ha incassato l’importo di 116 mila euro dal Ministero dell’Interno, per le attività assistenziali dovute per il secondo semestre 2017. Nel frattempo è maturato anche l’introito per rincassare le competenze previste per il primo semestre di quest’anno. Tutte attività svolte in autofinanziamento. “E’ bene che si sappia – rimarca Lunghini – che ad oggi i costi per la gestione del progetto sono sostenuti dalla nostra cooperativa con l’aiuto degli Istituti Bancari, con la disponibilità dei fornitori ad attendere i pagamenti anche dopo mesi, e con gli anticipi dei soci. Non esiste nessuno Sprar in tutta Italia in cui il soggetto gestore si è comportato in questo modo, senza dare spiegazione”.

Per il presidente è un fatto grave ed incomprensibile, poiché fino ad oggi il Comune non ha mai fatto rilievi sul servizio, mentre “è entrato – dice – nel merito appoggiando discutibili azioni di disturbo di aziende fornitrici di servizi che sono state da noi cacciate perché non rispettavano i contratti e le linee Guida Ministeriali”. La cooperativa ha attivato tutte le azioni possibili per il recupero del credito al fine di salvaguardare i propri diritti. Di questo comportamento del comunque sono state informate tutte le Autorità competenti, Ministero Interno, Prefettura, Procura della Repubblica, e Forze dell’Ordine.

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“Abbiamo infine richiesto – ribadisce Lunghini – al Ministro dell’Interno di avviare le procedure per la interruzione del progetto o della nostra sostituzione, con riserva di chiedere i danni economici e di immagine nel caso non venga corrisposto alla cooperativa quanto regolarmente rendicontato per le attività già svolte”.

TAG:casal velinoCilentomigranti
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