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Pesce fresco nelle mense scolastiche: al via il progetto anche nel Cilento

Il pesce fresco è indispensabile in un’alimentazione sana ed equilibrata. Per questo sarà distribuito anche nelle mense scolastiche. Anche l'ospedale di Vallo della Lucania ha partecipato all'iniziativa.

A cura di Redazione Infocilento
Pubblicato il 9 Dicembre 2015
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Il pesce fresco è indispensabile in un’alimentazione sana ed equilibrata. Per questo sarà distribuito anche nelle mense scolastiche. Anche l’ospedale di Vallo della Lucania ha partecipato all’iniziativa.

Al via l’iniziativa di Albert sas, co-finanziata dal MIPAAF e avviata in accordo con gli Ospedali “G. Iazzolino” di Vibo Valentia, il “San Luca” di Vallo della Lucania e il Pediatrico “G. Pasquinucci” Apuano di Massa che prevede l’introduzione di pesce fresco italiano nelle mense delle strutture coinvolte. Oltre 2000 pasti erogati, 400 kg di filetti deliscati di spigole e orate di acquacoltura italiana, a filiera controllata e garantita in ogni fase. Un progetto sostenuto dal Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali che introduce il pesce fresco nella ristorazione ospedaliera e sostiene la crescita innovativa del comparto della Pesca.

Con questa sperimentazione si è in grado di introdurre pesce fresco italiano, sano, di buona qualità nutrizionale, di specie appetibili e rispondenti alle esigenze tecniche e organizzative specifiche della domanda della ristorazione collettiva sanitaria.

La ristorazione collettiva nazionale impiega principalmente filetti surgelati di pesce di provenienza estera, in prevalenza delle specie: limanda, platessa, merluzzo sud africano, pangasio. Attualmente il comparto delle mense rappresenta un segmento di mercato molto importante per volume di affari, numero di addetti, impiegati e valenza sociale. Una sperimentazione simile è stata condotta negli ospedali di Macerata e Chiaravalle, nelle strutture assistenziali di Jesi, Trieste e Urbino, dove è stato evidenziato che il mercato della ristorazione collettiva è pronto a recepire il prodotto fresco nazionale, che ha mostrato di essere nettamente più gradito rispetto al pesce congelato di provenienza estera. L’efficacia dei progetti è stata confermata dai risultati, infatti, sono stati sempre monitorati gli “avanzi” delle pietanze proposte e hanno dimostrato un calo significativo degli scarti.

Occorre considerare che la ristorazione collettiva italiana ogni anno utilizza pesce surgelato estero per un importo pari a € 40.790.00,00 (dati ALBERT).

Risulta evidente come quindi il mercato delle grandi collettività rappresenti potenzialmente un enorme possibilità di sviluppo per il settore ittico nazionale. Negli ultimi tre anni sono stati promossi alcuni progetti per l’introduzione del pesce fresco italiano nelle mense scolastiche e universitarie e gli esiti sono stati estremamente positivi: i progetti hanno infatti contribuito in modo determinante a introdurre stabilmente questo nuovo alimento nel menù scolastico di alcune città italiane.

Valorizzare il pesce fresco vuol dire conoscere i valori nutrizionali, le caratteristiche organolettiche, la salubrità, l’ambiente e la filiera produttiva.

Sicuramente un processo innovativo per la ristorazione sanitaria nazionale, per la qualità del prodotto e in grado di fornire una solida base da cui attingere dati scientifici, informazioni commerciali e buone pratiche per diffondere e replicare l’iniziativa sull’intero territorio nazionale.

Le somministrazioni sono accompagnate da una campagna divulgativa capillare, rivolta a tutti, non solo ai degenti, ma anche ai familiari, agli operatori sanitari e ai fruitori delle strutture sanitarie coinvolte, con l’ambizioso obiettivo di valorizzare il consumo di pesce fresco e sensibilizzare i cittadini verso un sano stile alimentare.

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