Il caso di una madre a cui è stata offerta una visita medica per la figlia con una disponibilità immediata, a fronte di un pagamento di 130 euro, ha sollevato nuovamente dubbi sul sistema sanitario.
La donna, che si era vista inizialmente posticipare l’appuntamento a ottobre, ha espresso la sua rabbia di fronte a questa proposta. L’episodio alimenta il sospetto che l’accesso ai servizi pubblici sia condizionato dalla disponibilità economica, creando di fatto una disparità di trattamento.
La madre ha dichiarato: «Non è questione di volontà, ma di possibilità economica. Quanti di noi non possono permetterselo? Chi non ne ha la disponibilità deve crepare?», mettendo in luce una questione cruciale per l’equità nel sistema sanitario nazionale.
L’Intervento di Mario Polichetti e le misure proposte
A far eco a questa denuncia, l’intervento di Mario Polichetti, responsabile nazionale del Dipartimento Salute dell’Udc, evidenzia la necessità di porre un freno a pratiche che sembrano mettere in secondo piano il diritto alla salute pubblica.
Polichetti ha espresso una posizione decisa: «Chi lavora in ospedale non può e non deve svolgere attività privata se prima non esaurisce le liste d’attesa». Secondo Polichetti, il sistema deve garantire a tutti, senza discriminazioni economiche, l’accesso alle cure.
Il professionista ha inoltre sottolineato che per ovviare a queste problematiche è necessario investire risorse, personale e strutture. A titolo esemplificativo ha citato una rettocolonscopia con sedazione e biopsia che a Milano presso l’ospedale Niguarda nel settore privato può costare fino a 1.500 euro, rendendo la salute un privilegio per pochi.
Il ruolo di controllo e la necessità di trasparenza
Per contrastare il fenomeno delle lunghe liste d’attesa e i sospetti di favoritismo, Polichetti ha proposto uno strumento di controllo mirato. Egli sostiene che è indispensabile istituire un monitoraggio costante per confrontare l’attività istituzionale e quella privata dei medici.
L’incarico di tale verifica spetterebbe ai direttori generali delle Asl e delle aziende sanitarie. Questo sistema, a detta del responsabile nazionale del Dipartimento Salute dell’Udc, permetterebbe di fare chiarezza e di contrastare il dubbio che “qualcuno stia facendo il furbo”. L’obiettivo è garantire che il sistema sanitario pubblico, fondato sul diritto costituzionale alla salute, risponda in maniera equa ed efficace alle esigenze di tutti i cittadini, eliminando le barriere economiche che ostacolano l’accesso alle cure.