Mattinata di confronto acceso presso la sede del Piano di Zona di Sala Consilina, dove si è tenuta l’assemblea delle maestranze indetta dalle organizzazioni sindacali FP CGIL, CISL FP e UIL FPL. Al centro della discussione, la perdurante situazione di criticità che interessa i servizi sociali del territorio. Dopo un dibattito ampio e partecipato, i lavoratori hanno deciso all’unanimità di inoltrare per l’ultima volta alla governance del Piano di Zona le richieste più volte avanzate negli ultimi mesi, rimaste finora senza riscontro.
Salari arretrati e mancata attuazione dei piani: le denunce dei sindacati
I rappresentanti sindacali denunciano la mancata risoluzione delle problematiche economiche e organizzative già segnalate in passato. Le maestranze attendono ancora il pagamento delle spettanze relative al salario accessorio 2024, comprensive di performance, differenziali e indennità. Inoltre, risultano ancora non corrisposti i differenziali salariali del 2023.
A complicare ulteriormente il quadro, la mancata attuazione del piano assunzionale 2025, che prevedeva l’ingresso di nuove figure professionali entro la fine dell’anno: quattro assistenti sociali part-time, due istruttori contabili, uno psicologo e un educatore. Ad oggi, è stato assunto solo un assistente sociale part-time, con conseguente aumento del carico di lavoro per il personale già in servizio.
Struttura inadeguata e richiesta di riorganizzazione
Le maestranze chiedono una ristrutturazione complessiva dell’organizzazione interna, con una modulazione più chiara e funzionale delle mansioni e la presenza di una figura altamente qualificata capace di fungere da collegamento tra direzione e dipendenti.
Sul piano logistico, emerge anche un problema strutturale: il Piano di Zona opera attualmente in un appartamento privo di spazi adeguati per accogliere gli utenti, una condizione che compromette l’efficienza del servizio e incide negativamente sul benessere dei lavoratori.
L’ultimatum dei sindacati: sette giorni per agire
Le sigle FP CGIL, CISL FP e UIL FPL parlano di una situazione ormai insostenibile. Le organizzazioni avvertono che, in assenza di risposte concrete entro sette giorni, saranno avviate azioni di mobilitazione a tutela dei lavoratori e dei cittadini che usufruiscono dei servizi sociali.
“Non si può continuare a chiedere responsabilità e dedizione a chi opera ogni giorno in condizioni di precarietà, sovraccarico e scarsa attenzione istituzionale”, hanno dichiarato i rappresentanti sindacali, sottolineando come “servano atti concreti e non promesse, perché la tenuta stessa dei servizi sociali del territorio è a rischio”.


