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Montano Antilia: CAI propone museo a cielo aperto per valorizzare i reperti archeologici

L'idea è quella di creare un percorso archeologico a cielo aperto, un museo diffuso che permetta ai visitatori di scoprire le antiche origini del territorio

A cura di Ernesto Rocco Pubblicato il 4 Novembre 2024
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Sarcofago Monte Gelbison

Il Club Alpino Italiano di Montano Antilia ha lanciato una proposta ambiziosa e affascinante: creare un percorso archeologico a cielo aperto per valorizzare gli importanti reperti ritrovati nel territorio comunale. L’iniziativa, lanciata con l’hashtag #DEDICHIAMO, mira a coinvolgere l’intera comunità e le istituzioni, con l’obiettivo di trasformare il patrimonio archeologico locale in una risorsa turistica e culturale di rilievo.

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Un passato millenario

Le origini di Montano Antilia, ricordano dal Cai, affondano le radici nel periodo romano, come testimoniano le tradizioni locali e i numerosi ritrovamenti archeologici. Secondo alcune leggende, l’antico abitato si trovava in una zona più a valle, prima di essere spostato a causa delle incursioni saracene.

A sostegno di questa ipotesi, sono stati rinvenuti numerosi reperti nella zona di Piano Bombace, lungo le rive del fiume Lambro. Tra questi, stele funerarie e un sarcofago in pietra, che attestano la presenza di una necropoli romana. Una scoperta che ha suscitato grande interesse tra gli appassionati di storia e archeologia.

Il progetto del CAI

I giovani soci del CAI di Montano Antilia, affascinati da questo patrimonio storico, hanno deciso di promuovere la creazione di un percorso archeologico che consenta ai visitatori di scoprire i reperti direttamente sul luogo del ritrovamento. L’idea è quella di allestire delle teche protettive lungo un percorso segnalato, creando un vero e proprio museo a cielo aperto. La proposta è stata inviata al sindaco Luciano Trivelli affinché possa sostenerla.

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