Nei giorni scorsi alcuni pellegrini avevano denunciato disagi al Santuario della Madonna del Monte Gelbison, con bagni pubblici chiusi e pompe idriche fuori uso. Una situazione definita “inaccettabile” da chi raggiunge i 1700 metri del monte da Campania, Calabria e Basilicata, anche alla luce del pedaggio di 5 euro richiesto per l’accesso in auto.
La replica del sindaco
Il sindaco di Novi Velia, Adriano De Vita, ha ricostruito così i fatti, precisando la situazione. Da oltre un mese la sorgente che rifornisce il Santuario è a secco e il Comune ha attivato un piano straordinario con autobotti, trasportando acqua ogni giorno fino in quota. A peggiorare la situazione, un violento temporale che la scorsa settimana ha danneggiato sia la pompa primaria sia quella di riserva, bloccando il sistema di sollevamento e prosciugando rapidamente le scorte.
Uffici tecnici a lavoro
“Ci siamo trovati di fronte a un danno improvviso e grave”, ha spiegato De Vita. “Il nostro ufficio tecnico è a lavoro e stiamo già reperendo i pezzi di ricambio. Nel frattempo continuiamo a garantire il servizio con ogni mezzo possibile”.
Il Comune ha precisato che i bagni alla Croce e quelli di Rofrano sono rimasti funzionanti, evitando il blocco totale. Il sindaco ha ricordato le difficoltà di gestione a 1700 metri d’altitudine: “Comprendiamo le difficoltà dei pellegrini. Senza il supporto delle autobotti i problemi sarebbero stati molto più seri”.