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Valle dell’Angelo: la storia di Pasquale, 98 anni, sopravvissuto ai campi di concentramento

Pasquale Coseglia, originario di Valle dell'Angelo, oggi ha 98 anni ed è uno dei pochi sopravvissuti ai campi di concentramento

A cura di Redazione Infocilento
Pubblicato il 26 Aprile 2022
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Pasquale Coseglia, nato nel 1924 ed originario di Valle dell’Angelo, è uno dei pochi superstiti salernitani ancora viventi sopravvissuti alla deportazione nazista; 77 anni fa, infuriava in gran parte d’Europa.

La dura vita di Pasquale Coseglia, nei campi di concentramento

Oggi, Pasquale, ha 98 anni e non può di certo vantarsi di aver vissuto una giovinezza serena. All’età di 19 anni (1943) deportato in Germania, visse in delle baracche per mesi; senza un minimo di igiene e con delle razioni di cibo misere.

In seguito, trasferito tre volte. Prima in Polonia, poi di nuovo in Germania, presso il campo di Bad Orb e infine di nuovo in Polonia presso le sponde del mar Baltico. Nel suo ultimo periodo di prigionia, lavorò all’interno di una catena di montaggio produttrice di portelloni per aerei.

Un pomeriggio del ’45, ormai al termine delle proprie forze, non riuscì più a lavorare e venne inserito in un ospedale da campo tedesco. I nazisti lo convinsero che a breve sarebbe stato rimpatriato, ma la verità era un’altra: essendo non più produttivo doveva essere eliminato. Pasquale aspettò con ansia il suo “rimpatrio” ma, per sua fortuna, una mattina del ’45 gli americani sfondarono la linea difensiva tedesca di quella zona e liberarono tutti i prigionieri dei campi di sterminio adiacenti ad essa.

Pasquale, tornato alla libertà vissuta fino a due anni prima, dovette combattere due ulteriori battaglie: i problemi di salute legati alla poca igiene passata e i riscontri psicologici di quella disavventura. Solo dopo più di sessant’anni Pasquale iniziò gradualmente a condividere con la comunità il suo trauma e la sua orribile esperienza.

Una vita difficile, fatta di sofferenze. Un modo per farci riflettere e per non commettere gli stessi errori

La sua testimonianza, insieme alle tante altre venute a galla nel corso degli anni, arricchirono ed arricchiscono ancora oggi la memoria del nostro mondo; per non ricadere negli errori passati incoraggiamo tutti i giovani a ricordare e a studiare la storia dello scorso secolo, in modo da non rendere vane le tragedie vissute dai nostri predecessori. Per chiunque voglia approfondire questa storia, Pasquale Coseglia, ha recentemente scritto un libro riguardante la sua esperienza intitolato “Una tela di ricordi”.

(Articolo a cura di Giuseppe Zolli)

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