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L’intervista | Da Domenico Pandolfo (Fie) richiamo alla prudenza

Parla Domenico Pandolfo, Presidente nazionale della Federazione Italiana Escursionismo

A cura di Carmela Santi
Pubblicato il 21 Agosto 2019
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La Costa della Masseta colpisce per la sua bellezza aspra e selvaggia. A piedi la si può scoprire percorrendo il sentiero escursionistico che va da Scario al Pianoro di Ciolandrea, un sentiero ben segnato e mantenuto e protetto da staccionata laddove se ne è ravvisato il bisogno. All’altezza di Punta Spinosa c’è una biforcazione che porta verso la spiaggia della Molara e successivamente alla Grotta dell’Acqua; più avanti finisce nel pieno della macchia mediterranea a cui segue una pendice acclive, quasi priva di vegetazione arbustiva, caratterizzata da coni di deiezione di materiale lapideo incoerente.

Simon Gautier, probabilmente, dopo aver percorso questo o qualche altro sentiero è arrivato in questo luogo per lui rivelatosi purtroppo fatale. Conosce bene la zona Domenico Pandolfo, Presidente nazionale della Federazione Italiana Escursionismo. È originario di Rofrano, centro dell’entroterra cilentano e da oltre venti anni si occupa di escursionismo nel Parco Nazionale.del Cilento vallo di Diano e Alburni, in Italia e in Europa.

Come territorio siamo preparati ad ospitare escursionisti ?
Purtroppo abbiamo una situazione precaria. Dobbiamo migliorare e di molto i percorsi escursionistici attraverso la cura e la manutenzione, soprattutto quelli di lunga percorrenza. Alcuni percorsi si interrompono improvvisamente. Bisogna essere veri conoscitori del territorio o essere accompagnati da esperti locali per non rischiare di incappare in brutte situazioni. É necessario incamminarsi con esperti che possano garantire le condizioni di sicurezza minima.

Quindi cosa suggerisce ?
La buona regola è quella di evitare di voler vivere l’avventura a tutti i costi. Nessuno di noi deve mai dimenticare di osservare le normali regole della prudenza perchè l’incidente può coinvolgere anche i più esperti. Se si è in compagnia si ha la possibilità di poter almeno comunicare tempestivamente per ottenere i soccorsi e per essere assistiti dai propri compagni di cammino.

Quindi mai improvvisare e incamminarsi da soli ?
In vacanza generalmente arriviamo da esperienze sedentarie, vissute per un intero anno. Quando siamo in relax vorremmo recuperare, spinti da irrazionale frenesia, il tempo che non abbiamo potuto dedicare a noi stessi per mesi. E quindi ci rivolgiamo alle attività outdoor, qual’è l’escursionismo con l’illusione di poterci riappropriare del tempo perso attraverso le attività da svolgere in ambiente naturale.

Invece ?
Non ci si improvvisa escursionisti. Il territorio va vissuto con prudenza. Ogni uscita richiede una certa preparazione.

Ha dei suggerimenti ?
La gente deve convincersi che escursionismo non significa passeggiare in un prato. Occorre rispetto per se stessi e per gli altri. Ogni esperienza deve essere vissuta con la giusta prudenza. Pensiamo a costi economici e sociali che si registrano in caso di una emergenza. Pensiamo alle tante persone e alle strutture pubbliche impegnate nei soccorsi. La prudenza è necessaria, va osservarla per sé stessi e per la il bene della società.

Tornando ai sentieri nel Parco che cosa si può fare per evitare altre tragedie?
È necessario, e su questo ho già richiamato l’attenzione del Parco avere alcuni tracciati di lunga percorrenza su cui va effettuata manutenzione costante con segnaletica orizzontale e verticale per scongiurare eventuali difficoltà a chi si mette in cammino su un percorso, in modo che non abbia difficoltà ad attraversarlo per intero e non si imbatta in improvvise difficoltà nel percorrerlo.

Ha già sollecitato?
Si, proprio ieri mattina ho inviato una lettera ai vertici del Parco e a tutti i Sindaci dell’area protetta. È una lettera di sollecitazione anche per implementare un data base dove raccogliere i contatti, Comune per Comune, di persone disponibili e volontarie ad intervenire in caso di emergenze .

Si spieghi meglio
Parlo di persone che posseggano specifiche competenze di conoscenza territoriale e abilità fisiche, che si possano muovere in assoluta sicurezza anche in ambienti ostili e difficili dal punto di vista naturalistico. Se il soccorso arriva nella prima ora ha una sua validità; più tempo passa dalla richiesta di aiuto, più è difficile salvare una vita. Bisogna quindi avere persone preparata sul posto, volontari che non appena scatta l’allarme possano iniziare le ricerche.

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TAG:CilentoCilento NotizieSapriscariosimon gautier
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