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Agropoli vertenza Lido Oasi, i proprietari: “vittime di aggressione mediatica”

Abbiamo rispettato, senza clamori né invettive, le decisioni della giustizia

A cura di Comunicato Stampa Pubblicato il 9 Luglio 2018
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“Da un po’ di tempo stiamo assistendo ad un’ agressione mediatica contro il Lido Oasi, ordita da propetario del Lido Azzurro”. E’ quanto denunciano i proprietari del Lido Oasi di Agropoli. Tra i due stabilimenti balneari da tempo è in atto una “guerra” giudiziaria che interessa la legittimità delle rispettive attività e degli spazi occupati.

InfoCilento - Canale 79

“È il caso di spiegare come stanno le cose. Tutte le attività svolte dal Lido Oasi e anche dal Ristorante Bar trovano riscontro in precisi atti giudiziari. Anzi abbiamo rispettato, senza clamori né invettive, le decisioni della giustizia”, fanno sapere i proprietari.

“Dopo le ultime ordinanze del Tar Salerno, a noi favorevoli sono intervenuti i decreti del Presidente del Consiglio di Stato che hanno inibito le attività, sugli appelli proposti dal titolare del Lido Azzurro Scalzone – fanno sapere – Solo all’esito della decisione della sesta sezione del Consiglio di Stato, che per quanto riguarda il Lido non ha sospeso gli atti ma a semplicemente sollecitato la definizione della controversia dinanzi al Tar, sono state riprese le attività, che sono dunque perfettamente legittime”.

Dopo la difesa dallo stabilimento balneare contrattaccano e accusano il Lido Azzurro che continuerebbe “a svolgere le attività su strutture abusive. Eppure, in sede penale, il consulente del P.M. ha accertato che la maggior parte delle strutture è abusiva giacché realizzata dopo il 1967 senza alcun titolo. E perché non e stata mai definita la pratica di condono presentata dal proprietario Scalzone nel 2004, come sollecitato dalla famiglia Di Nardo, che non può essere assentita sia perché è provato che le opere sono state realizzate dopo il 31/03/2003 sia perchè assentiti su aria vincolata. E come mai ha potuto indisturbato chiudere, senza alcun permesso una struttura che era una semplice tettoia con pilastrini e copertura”.

“Siamo accusati, quando invece stiamo rigorosamente rispettando le decisioni della giustizia e guarda caso da chi impunemente sta esercitando l’attività in strutture abusive”, concludono dal Lido Oasi.

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