
La sanità pubblica e la gestione amministrativa locale sono al centro del dibattito ad Agropoli. Dopo la cancellazione del Punto di Primo Intervento Territoriale (PSaut) del 2024, la mobilitazione cittadina si è intensificata, culminando in una manifestazione organizzata lo scorso 8 agosto.
Gisella Botticchio, rappresentante del corteo, torna sull’inerzia delle istituzioni nel momento cruciale della perdita: «Per difendere un psaut perduto ci siamo dovuti organizzare noi popolo una marcia…». L’attivista ha sollevato un quesito diretto riguardo l’assenza di iniziative da parte della dirigenza sanitaria: «Come mai la dottoressa non ha organizzato assemblee ed altro quando abbiamo perso tutto nell’ultimo atto aziendale dell’asl, veniva cancellato anche l’ultimo tassello dell’urgenza 12 settembre 2024) loro dov’erano??».
Le critiche del comitato si estendono anche alla sfera politica e amministrativa cittadina. Nonostante il sincero attaccamento alla città da parte dei residenti, descritta come «una bella città», la rappresentanza politica viene messa in discussione. La signora Botticchio ha espresso il profondo senso di delusione per una leadership che percepisce come assente o inefficace.
Nel ripercorrere le diverse figure amministrative incontrate nel corso degli anni (capaci e meno capaci, presuntuosi, arroganti e galantuomini), la critica si è focalizzata sulla percezione del vuoto istituzionale: «ma essere rappresentati dal nulla mi era nuovo…». La città, in questo contesto di crisi sanitaria irrisolta e assenza di risposte politiche adeguate, viene definita «una città abbangonata…».
Il messaggio lanciato dal comitato cittadino è un chiaro invito a ristabilire il corretto ruolo delle istituzioni e a dare voce alle esigenze dei cittadini. Secondo Gisella Botticchio, il momento attuale richiede un immediato cambio di prospettiva e di azione.
L’appello si conclude con una riflessione sul ruolo del “palazzo” e un invito al rispetto verso la città: «Io penso che è giunta l’ora di dare voce al popolo…». Il vero compito della sede istituzionale è quello di essere un centro di governo efficace per la città, non un luogo di auto-servizio per i governanti. Per questo, l’attivista suggerisce che, «Per rispetto alle persone per bene un passo indietro sarebbe un atto di rispetto verso la città…».