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Aree Marine protette del Cilento: pescatori “nella morsa” della burocrazia

Diverse questioni irrisolte e l'emergenza in atto non aiuta

A cura di Arturo Calabrese
Pubblicato il 23 Marzo 2020
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Pesca sportiva

Con l’appropinquarsi dell’estate, torna d’attualità la situazione delle due Aree Marine Protette del Cilento. Santa Maria di Castellabate e Baia degli Infreschi e della Masseta sono le mete preferite per un turismo balneare, la maggior parte del quale si concretizza con gite in barca. L’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni è responsabile delle due aree e ne ha la giurisdizione. Per quanto riguarda i regolamenti, infatti, chi vi vive e opera deve rispettare delle norme particolarmente stringenti: a farne le spese sono stati, soprattutto, i pescatori, ma anche categorie lavorative simili come gli operatori turistici, i sub o chi pratica pesca sportiva.

Lo scorso anno i primi erano sul piede di guerra contro l’Ente, accusato di farsi garante di regole asfissianti imposte dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Una rappresentanza proveniente da Castellabate incontrò il direttivo del Parco, rappresentato dal presidente Tommaso Pellegrino e dal direttore Romano Gregorio, per chiedere sostanziali modifiche alle normative ministeriali. Modifiche che, a un anno di distanza, devono ancora arrivare da Roma e, alla luce della situazione in cui versano l’Italia e l’Europa, sembrerebbe non siano previste novità.

Sul tavolo delle trattative due particolari richieste, una riguardante gli orari di calata e di salpata delle reti e un’altra legata al pescaturismo. Il lasso di tempo a disposizione dei pescatori per calare e recuperare le reti era troppo stretto e gli operatori hanno chiesto l’allungamento dei tempi per poter effettuare con la dovuta calma le consuete operazioni di pesca. Il secondo aspetto riguardava la possibilità della pratica del pesca turismo la cui normativa in Campania non era molto chiara, ma in ogni caso si vietava il trasporto a bordo delle imbarcazioni di persone estranee e non necessarie all’attività lavorativa.

Il Parco, semplice intermediario, recepì le istanze e le presentò al dicastero di via Cristoforo Colombo, ma l’estate 2019 non fu foriera di belle notizie. Il 2020, la cui stagione turistica è già condannata ad essere blanda, come unica novità ha portato nuovi ormeggi nel comune di Castellabate, utili alle imbarcazioni che trasportano turisti per attraccare nei luoghi di maggior richiamo del centro di “Benvenuti al Sud”. La pesca, dunque, continua ad essere un comparto in difficoltà ed in particolare laddove essa dovrebbe essere maggiormente difesa, non soltanto nel Cilento tutto, ma in quelle zone ove insistono le due Aree Marine. Al netto delle istanze portate al Parco, i mari del Cilento negli ultimi anni hanno vissuto momenti difficili pagati a caro prezzo da chi ha la pesca come unico modo di sostentamento familiare.

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