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Montecorice: abusi edilizi, sequestrato immobile del sindaco. Piccirilli: io vittima

Minoranza attacca: fatto gravissimo. Sindaco si difende: vicenda paradossale, io vittima

A cura di Redazione Infocilento
Pubblicato il 14 Febbraio 2019
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MONTECORICE. I carabinieri forestali hanno sottoposto a sequestro una abitazione di proprietà del sindaco Pierpaolo Piccirilli, sita in località Pistacchio, ereditata da un zio sacerdote. Si tratta di una struttura sulla quale pendono dei condoni non istruiti e per la quale erano in corso degli interventi di manutenzione straordinaria.

Le accuse della minoranza

Il Gip nelle scorse settimane ha convalidato il provvedimento. La vicenda era partita da un esposto del consigliere di minoranza Rosario Meola, secondo il quale si tratta “di un fatto gravissimo”. “Da consigliere di minoranza sono indignato e senza parole”, aggiunge.

La replica del sindaco

Per il sindaco Pierpaolo Piccirilli, invece, si tratta di una vicenda paradossale nella quale sarebbe vittima e non colpevole. “Confermo il sequestro del Gip di un immobile di cui mia madre è comodataria – spiega – Sono state fatte opere minimali, tre finestre che sono diventate porte”. “Lavori di manutenzione straordinaria – aggiunge Pierpaolo Piccirilli – eseguiti con il parere del Parco e una Scia asseverata. Il Gip, invece, lo ha sequestrato”.

La vicenda

La vicenda appare contorta. La struttura, infatti, esiste da circa 40 anni, si tratta di un immobile vecchio e fatiscente che necessitava di opere di manutenzione eseguite con il consenso del Parco. Nonostante ciò la Procura ha convalidato il sequestro in quanto il condono non è stato ancora esaminato e ciò imporrebbe di non eseguire lavori neanche all’interno. “Il condono non è stato ancora istruito – evidenzia il sindaco Pierpaolo Piccirilli – perché la struttura si trova in una zona B del Parco e per queste aree il Parco non concede il nulla osta”. “Ora – evidenzia il primo cittadino – mi trovo a dover fare una causa per dei lavori di risanamento conservatorio che non hanno previsto né aumento di volume né altri interventi che avrebbero potuto incidere sulla pratica di condono”.

Il paradosso sarebbe proprio questo: “Per il Parco era possibile farli per la Procura no”. Saranno i giudici a dover chiarire la vicenda. Al momento i lavori sono fermi e il cantiere sotto sequestro.

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