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Halloween, tra crisi di identità ed omologazione al consumismo

Halloween, tra crisi di identità ed omologazione al consumismo

A cura di Katiuscia Stio
Pubblicato il 31 Ottobre 2015
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Dolcetto o scherzetto?
Omologazione o identità?


Quanti sono i ragazzini che già dai primi di ottobre pensano alla festa di Halloween? A quale costume indossare. Dove andare a festeggiare. I dolcetti da preparare. E le disco? Si inventano di tutto per attirare gli adolescenti. Le maestre preparano le zucche ed insegnano, nei giorni che precedono il 31 ottobre, ai piccoli alunni come creare con le proprie manine i lavoretti con cui addobbare le aule. Ludoteche, sale polifunzionali, disco, pub, tutti in festa. Qualche genitore chiede addirittura la sala della parrocchia per permettere ai bimbi di festeggiare il tradizionale “dolcetto o scherzetto”. Ma i preti, poiché la festa di Halloween è considerata diseducativa e contraria ai valori cristiani, non concedono l’autorizzazione. La celebrazione, infatti, porrebbe l’accento sulla morte vista in maniera irrisoria, distogliendo gli animi dalla celebrazione dei santi e dalla commemorazione dei defunti.
«ALL Hallows’ EVE, laddove Hallow significa “Santo” ed EVE “sera”. Non è una festività italiana. Ha origini Celtiche e cresce radicandosi nelle popolazioni Sassoni e per motivi scaramantici. Per allontanare la paura di essere posseduti da folletti, streghe, scheletri, gatti e pipistrelli, gufi e ragni malefici che atterrivano le popolazioni del Nord Europa, come la Scozia e l’Irlanda ed altre, nei secoli, gli “shamani” o “sacerdoti” usavano atterrire le popolazioni per avere grandi profitti-commenta Teresa Vecchi, docente di Lingua e Letteratura Inglese in pensione, nonché penna sottile e graffiante del mensile locale Il Corriere a sud di Salerno- In tutta l’Italia si fanno dolcini per onorare la memoria dei defunti, ma è un filone cristiano basato su questa tradizione? No. Ha origini nostrane, da non confondersi con questa paganissima tradizione importata in Italia ed in una Europa che pensa solo alla baldoria ed al commercio del più esasperante consumismo, imponendo le stupidaggini che fanno rumore. Noi abbiamo il bellissimo Carnevale. Dovrebbe bastare. Invece a scuola si parla di questa festa, ma solo per un paragone con le nostre festività civili e non religiose, e nasce il boom per fare feste, festini dimenticando il mondo dei bisognosi. Non vanno imposte bensì condivise le tradizioni di tutti i popoli, ma, onestamente vedo solo HALLOWEEN imperare in festini vari nel nostro stivale. “Il popolo che non ama le proprie tradizioni, nega ed uccide le proprie radici”, diceva un critico storico letterario, sconosciuto a molti, “non ha diritto ad esistere perché rinnega se stesso”. Non sono fascista, ma sono un’italiana e voglio che la mia Patria sia rispettata altrove come è stato sottilmente imposto un festeggiamento pagano che non ci appartiene. Non è polemica. E’ una mia constatazione.»
Forse, prima di festeggiare ciò che è festa importata, si dovrebbe insegnare ai giovani uomini del domani quelle che sono le proprie storie, come l’antica tradizione del ponte che unisce i santi ed i morti. Prima la propria identità.

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