Approfondimenti

Intervista al Cav. Domenico De Rosa

Cavaliere De Rosa, l’INPS ha certificato a giugno un saldo positivo di oltre 350mila occupati. È una boccata d’ossigeno per il Paese?

I numeri sono incoraggianti, ma bisogna leggerli con attenzione. La crescita si concentra in settori stagionali come turismo e ristorazione, meno in quelli strategici per lo sviluppo industriale. Nel comparto della logistica, ad esempio, il saldo resta debole e irrisolto è il problema più grande: la mancanza di autisti. È un paradosso. Da un lato abbiamo disoccupazione, dall’altro migliaia di posizioni scoperte che rallentano la catena del valore.

Quanto pesa la carenza di autisti nel settore trasporti?

È un’emergenza strutturale. In Italia mancano circa 20-25mila conducenti professionali. A livello europeo la stima supera il mezzo milione. Per un Paese manifatturiero ed esportatore come il nostro, non avere autisti significa bloccare le merci, allungare i tempi di consegna, compromettere la competitività delle imprese. La logistica non è un dettaglio, è la spina dorsale dell’economia.

Eppure le assunzioni crescono. Perché i trasporti non riescono ad attrarre lavoratori?

Perché il mestiere dell’autista oggi è percepito come faticoso e poco tutelato. Servono condizioni di lavoro dignitose, formazione e un vero riconoscimento professionale. Bisogna riportare i giovani alla guida, anche attraverso incentivi mirati come la patente gratuita finanziata dalle imprese e dallo Stato. Senza un intervento deciso rischiamo un collasso silenzioso.

Molti dei nuovi contratti sono a termine o stagionali. Che riflessione fa da imprenditore?

Il tempo determinato e il lavoro stagionale aiutano ad assorbire i picchi, ma non danno stabilità. In logistica, invece, serve continuità, competenza e fedeltà aziendale. Un autista va formato, responsabilizzato, inserito in un percorso di lungo periodo. Non possiamo trattarlo come un lavoratore occasionale. Se vogliamo trasformare i numeri dell’occupazione in valore reale dobbiamo puntare sulla qualità del lavoro, non solo sulla quantità.

Il Governo ha ridotto gli incentivi per il Sud, come la decontribuzione. Che impatto vede per il comparto trasporti meridionale?

Un impatto negativo. Il Sud poteva essere la piattaforma logistica naturale del Mediterraneo, ma senza misure di sostegno e infrastrutture adeguate rischia di restare indietro. La decontribuzione Sud era un volano per assumere giovani e stabilizzare lavoratori. Toglierla significa rallentare la crescita proprio dove c’è più bisogno di occupazione e dove la logistica può fare la differenza.

Qual è la sua proposta per rafforzare occupazione e trasporti in Italia?

Tre linee di azione. Primo, rilanciare l’immagine del mestiere dell’autista con incentivi e formazione. Secondo, investire nel Sud per farne un hub logistico mediterraneo, creando occupazione stabile e qualificata. Terzo, semplificare la burocrazia e ridurre i costi per le imprese, così da liberare risorse per nuovi investimenti e assunzioni. L’Italia può crescere, ma senza trasporto non c’è industria e senza autisti non c’è trasporto.

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