Il Prosciutto di San Daniele DOP è una delle massime espressioni della salumeria italiana, un prodotto la cui eleganza e dolcezza inconfondibile lo rendono un ingrediente di lusso, capace di elevare la percezione di qualsiasi menù. Per un ristoratore o un gestore di locale, tuttavia, limitarsi a proporlo nel classico taglliere significa sfruttare solo una minima parte del suo straordinario potenziale. Valorizzare un’eccellenza di questo calibro significa conoscerne le sfumature e studiare abbinamenti che ne esaltino il profilo aromatico, creando per il cliente un’esperienza di degustazione più complessa e memorabile.
Offrire un autentico prosciutto San Daniele è già una dichiarazione di qualità; il passo successivo è costruire attorno a esso una narrazione di gusto attraverso abbinamenti creativi e intelligenti.
Frutta, verdura e accenti agrodolci
La caratteristica dolcezza del San Daniele prosciutto si sposa magnificamente con la frutta, ma esistono alternative al melone molto più originali e ricercate. I fichi freschi, con la loro consistenza morbida e il sapore zuccherino, sono un partner d’elezione. Meno scontati, ma di grande effetto, sono i frutti rossi, come lamponi o ribes, la cui acidità pulisce il palato e bilancia la parte grassa del prosciutto. Anche la pera, specialmente una varietà leggermente granulosa come l’Abate, offre un connubio di successo. Per un tocco gourmet, si possono proporre composte o mostarde non troppo piccanti, come una confettura di cipolle rosse o una mostarda di mele cotogne, che introducono una nota agrodolce capace di esaltare la sapidità del salume. Sul versante vegetale, degli asparagi freschi, appena sbollentati e serviti tiepidi, avvolti in una fetta di San Daniele, rappresentano un antipasto semplice ma di grande raffinatezza.
Perfetto con formaggi e pane
L’abbinamento con il formaggio è un altro grande classico da interpretare con cura. Per non coprire il sapore delicato del San Daniele, è preferibile evitare formaggi troppo stagionati o erborinati. La scelta ideale ricade su prodotti freschi e cremosi. Una mozzarella di bufala campana DOP crea un contrasto di consistenze e sapori eccezionale. Altrettanto validi sono i formaggi caprini freschi, la cui leggera acidità si sposa alla perfezione con la dolcezza del prosciutto. Per quanto riguarda il pane, è fondamentale che sia un accompagnamento e non un protagonista. Si consigliano pani a lievitazione naturale, non troppo salati, come una ciabatta o del pane casereccio a pasta bianca. Un’ottima alternativa sono i grissini stirati a mano, che con la loro croccantezza offrono un piacevole gioco di texture.
Nel calice: l’abbinamento con il vino
La scelta del vino è il tocco finale per un’esperienza di degustazione perfetta. Il prosciutto di San Daniele, con la sua tendenza dolce, richiede un vino che possa bilanciarla senza sovrastarla. L’abbinamento per eccellenza è territoriale: un vino bianco secco e fresco del Friuli-Venezia Giulia, come un Friulano, un Sauvignon Blanc o una Ribolla Gialla, è la scelta più armonica. Le loro note fruttate e la buona acidità sgrassano il palato e preparano al boccone successivo. Per chi preferisce le bollicine, un Prosecco di Valdobbiadene DOCG Brut è un’opzione eccellente, capace di esaltare l’eleganza del prosciutto. Si sconsigliano invece i vini rossi molto strutturati e tannici, che rischierebbero di coprire completamente la delicatezza del salume. Un rosso leggero e poco tannico, come uno Schiava dell’Alto Adige, può essere un’alternativa interessante per chi non ama i bianchi.