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No a referendum su cannabis e eutanasia

Arrivano le decisioni della Corte Costituzionale: ammissibili cinque quesiti, no a quelli su cannabis, eutanasia e responsabilità dei magistrati

A cura di Redazione Infocilento
Pubblicato il 17 Febbraio 2022
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Referendum

La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibili cinque quesiti referendari sulla giustizia ma inammissibili quello sulla responsabilità civile diretta dei magistrati, sulla cannabis e martedì sull’eutanasia. Abrogazione delle disposizioni in materia di incandidabilità, limitazione delle misure cautelari, separazione delle funzioni dei magistrati, eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei togati del Csm, i quesiti ritenuti ammissibili dalla Corte Costituzionale.

CANNABIS – “Abbiamo dichiarato inammissibile il referendum sulle sostanze stupefacenti, non sulla cannabis – ha detto Giuliano Amato, presidente della Corte Costituzionale – Il quesito è articolato in tre sottoquesiti ed il primo prevede che scompaia tra le attività penalmente punite la coltivazione delle sostanze stupefacenti di cui alle tabelle 1 e 3, che non includono neppure la cannabis ma includono il papavero, la coca, le cosiddette droghe pesanti. Già questo sarebbe sufficiente a farci violare obblighi internazionali”. “Se il quesito è diviso in tre sottoquesiti, io non posso toccare questo treno: se il primo vagone deraglia, si porta dietro gli altri due” ha aggiunto.

GIUSTIZIA – “Abbiamo dichiarato inammissibile il referendum sulla responsabilità diretta dei magistrati. Perché essendo fondamentalmente sempre stata la regola per i magistrati quella della responsabilità indiretta, la introduzione della responsabilità diretta rende il referendum più che abrogativo” ha spiegato il presidente della Corte Costituzionale. “Qui stiamo parlando della responsabilità dei magistrati per i quali – ha aggiunto – la regola diversamente da altri funzionari pubblici era sempre stata della responsabilità indiretta”.

EUTANASIA – Quanto al referendum ‘eutanasia legale’, “peccato che il referendum non fosse sull’eutanasia ma fosse sull’omicidio del consenziente” ha affermato il presidente della Corte Costituzionale commentando il giudizio di inammissibilità. “Ci ha ferito sentire che chi ha deciso così non sa cosa significa la sofferenza. Ma è la parola eutanasia che ha portato tutto questo. Il referendum era su omicidio del consenziente” ha ribadito Amato. “Il quesito sull’omicidio del consenziente – ha detto il presidente della Corte Costituzionale – apriva all’immunità penale per chiunque uccidesse qualcuno con il consenso di quel qualcun altro”.

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