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Ascea: ultranovantenne da un mese in attesa del vaccino

Ancora disagi per chi ha chiesto la somministrazione del vaccino a domicilio. Ecco la storia di un ultranovantenne di Ascea

A cura di Luisa Monaco
Pubblicato il 31 Marzo 2021
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Vaccino anti-covid

ASCEA. La campagna vaccinale in Italia prosegue. L’obiettivo dichiarato è quello di raggiungere le 500mila vaccinazioni al giorno per conquistare la tanto agognata immunità di gregge entro luglio. Un risultato raggiungibile considerato l’aumento dei vaccini disponibili e le possibilità di somministrazione anche nelle farmacie e da parte dei medici di base.

Un ruolo fondamentale, però, lo giocano le Regioni. La Campania è tra quelle in cui la macchina organizzativa si sta muovendo più celermente, ma non mancano intoppi. Anche nel Cilento c’è chi segnala delle criticità. E’ il caso di un cittadino di Ascea che ormai da un mese attende che il papà ultra novantenne venga contattato per essere sottoposto a vaccino.

«Lui ha 92 anni, è un paziente fragile visto che è uno stomizzato per problematiche tumorali, le quali sono presenti anche nella vescica. E’ a letto per schiacciamento delle vertebre dovute ad osteoporosi. Sono riuscito a richiedere una prenotazione del vaccino presso l’ASL di Vallo della Lucania nei primi giorni di febbraio. A tutt’oggi non mi dicono nulla», racconta.

Un problema non da poco e che interessa più pazienti che hanno richiesto la somministrazione del vaccino a domicilio. Diverse persone, impossibilitate a recarsi in ospedale, sono ancora in attesa, come racconta un cittadino di Agropoli: «Mia madre, ultra ottantenne, ha difficoltà motorie. Dopo un mese dalla richiesta di somministrarle il vaccino a casa abbiamo modificato la prenotazione chiedendo di poter eseguire la somministrazione nel più vicino centro vaccinale. La chiamata è arrivata subito e tra mille difficoltà abbiamo trasportato mia madre in ospedale per l’inoculazione del siero. Immagino però che in tanti non abbiano la possibilità di spostarsi».

E questo è proprio il caso dell’ultranovantenne di Ascea. «Siamo il Paese più invidiato al mondo per le splendide meraviglie che abbiamo, ma credimi a volte mi vergogno di appartenerci di fronte a queste situazioni», dice amareggiato il figlio.

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