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Ruggero Leoncavallo: il legame con il Cilento e l’eredità musicale di un grande compositore

Ecco la storia e le opere del compositore

A cura di Fiorenza Di Palma
Pubblicato il 8 Agosto 2025
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Ruggero Leoncavallo

Il 9 agosto 1919 si spegneva a Montecatini Terme Ruggero Leoncavallo, celebre compositore italiano. Nato a Napoli il 23 aprile 1857, nel quartiere Chiaia, Leoncavallo ha avuto un profondo legame con il Cilento.

Durante la sua infanzia, il padre Vincenzo, magistrato regio in servizio a Sanza, preoccupato per le condizioni di salute della moglie Virginia D’Auria, incinta e debilitata, decise di consultare il dottor Costabile Cilento, noto medico della zona. Su consiglio del medico, che raccomandò un cambio di clima tra le cure, Vincenzo ottenne il trasferimento da Sanza a Castellabate, dove rimase fino al 29 novembre 1860, prima di essere assegnato a Eboli.

Un frammento di storia familiare

Nei registri della basilica pontificia di Castellabate è documentata la nascita di Irene Leoncavallo, figlia di Vincenzo e Virginia, venuta alla luce (e purtroppo deceduta) alle ore 10:00 dell’8 luglio 1859.

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Ruggero trascorse poi diversi anni a Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza, dove si avvicinò alla musica grazie all’insegnamento del maestro Sebastiano Ricci. Fu proprio in questo paese che visse un episodio drammatico: la sera del 4 marzo 1865, assistette all’omicidio del giovane Gaetano Scavello, domestico della famiglia Leoncavallo, colpito mortalmente dai fratelli D’Alessandro all’uscita del convento domenicano, dopo una rappresentazione teatrale. Questo tragico evento segnò profondamente Ruggero, che lo trasformò, 27 anni dopo, nell’opera lirica “Pagliacci”, tra le più celebri e rappresentate al mondo.

La carriera e gli ultimi anni

Nel 1873, dopo la morte della madre Virginia, il padre fu trasferito a Potenza. Ruggero rimase a Napoli per proseguire gli studi al Conservatorio di San Pietro a Majella. Nel corso degli anni visse anche in Egitto e in Francia, dove entrò in contatto con importanti personalità dell’epoca. Fu in questo periodo che compose “I Medici”. Tornato in Italia, si stabilì a Milano, dove scrisse e mise in scena per la prima volta “Pagliacci”, il suo capolavoro. Seguirono altre opere come “Chatterton” e “La Bohème”. Dopo una giovinezza ricca di viaggi, verso la fine del XIX secolo si trasferì a Brissago, in Svizzera.

La morte e la sepoltura

Ruggero Leoncavallo morì a 62 anni a Montecatini Terme. Fu inizialmente sepolto a Firenze, nel cimitero delle Porte Sante. Nel 1989, le sue spoglie e quelle della moglie Berthe furono traslate a Brissago, sul Lago Maggiore, come da suo desiderio. La tomba si trova nel portico del XVII secolo, accanto alla chiesa rinascimentale della Madonna di Ponte.

TAG:castellabateCilentoruggero leoncavallo
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