Un accorato grido d’aiuto parte dal cuore di Sala Consilina e si rivolge direttamente alla Procura di San Michele Arcangelo, ai parroci locali, al Vescovo Monsignor De Luca e al Sindaco. Al centro della mobilitazione c’è la statua del Santo Patrono, definita simbolicamente “sequestrata” all’interno della chiesa della Santissima Annunziata.
L’edificio sacro è attualmente interessato da necessari lavori di ristrutturazione che ne hanno comportato la chiusura al pubblico. Tuttavia, secondo le previsioni, il cantiere rimarrà aperto per diversi mesi, probabilmente fino a maggio. Questo significa che, per l’intera durata dell’inverno e della primavera, i cittadini non avranno la possibilità di sostare in preghiera o raccogliersi davanti all’effige del loro protettore.
Una ferita all’identità cittadina
Per la comunità salese, San Michele non rappresenta soltanto un’opera d’arte o un simbolo religioso, ma il fulcro stesso dell’identità collettiva e della tradizione locale. Vedere l’accesso al Santo precluso per un periodo così lungo ha generato un sentimento di profondo sgomento. I fedeli sottolineano come privare la città del suo punto di riferimento spirituale sia una scelta difficile da comprendere, soprattutto in un momento in cui la coesione sociale ha più che mai bisogno di simboli forti.
Le possibili soluzioni alternative
Ciò che viene contestato con forza è la mancanza di una pianificazione che prevedesse lo spostamento del simulacro prima dell’inizio dei lavori. La richiesta del gruppo di cittadini è chiara: si proceda con un trasferimento temporaneo della statua in un’altra delle numerose chiese di Sala Consilina.
Tra le proposte emerge anche il desiderio di riproporre la “peregrinatio”, un’iniziativa già attuata con successo anni fa. In quell’occasione, la statua di San Michele fece visita a tutte le parrocchie del territorio mese dopo mese, trasformando un disagio logistico in un’opportunità di straordinaria unità e partecipazione popolare.
La fede non può attendere la fine dei cantieri
“La vita spirituale di una comunità non può essere messa in pausa”, scrivono i fedeli nel loro appello. Sebbene la ristrutturazione della chiesa sia riconosciuta come un atto importante e necessario per la conservazione del patrimonio architettonico, l’esigenza di non interrompere il legame quotidiano con il Patrono resta prioritaria.
L’auspicio è che le autorità coinvolte possano accogliere urgentemente questa istanza, trovando una via d’uscita tecnica e organizzativa che restituisca San Michele Arcangelo al suo popolo, garantendo a tutti il diritto di pregarlo e sentirne la presenza anche durante i lavori di restauro.
