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Cannalonga: arriva il libro che ripercorre la storia millenaria della “Fiera della Frecagnola”, ecco dove trovarlo

La fiera di Cannalonga è un evento millenario sorto nel basso Medioevo in onore di S. Lucia. La prima attestazione risale al 1452, quando la fiera era già in pieno svolgimento

A cura di Comunicato Stampa
Pubblicato il 7 Maggio 2025
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Cannalonga, libro Fiera

È in uscita il saggio storiografico “Storia della fiera di Cannalonga” di Aniello Amato, dottore di ricerca in Linguistica italiana presso l’Università “La Sapienza” di Roma e l’Università di Roma Tre. Il volume è edito dal Centro di Promozione Culturale per il Cilento, grazie al prof. Fernando La Greca e a Matteo La Greca. La prefazione è stata scritta da Maura Fortunati, docente di Storia del diritto medievale e moderno dell’Università di Genova, mentre la grafica di copertina è di Fabio Merola di Publimedia e rappresenta una filatrice di lino e un suonatore di ciaramella in attesa dello svolgimento della fiera. Le informazioni sono state utili a redigere il questionario per chiedere l’iscrizione della fiera all’IPIC (inventario del patrimonio immateriale della Campania).

La storia

Il libro è una ricostruzione storiografica frutto di diversi anni di ricerca d’archivio. In appendice sono state inserite 12 immagini di documenti originali, che testimoniano le 4 fasi evolutive individuate. A fronte di tale profilo storico, non esiste un’altra fiera in Italia con un percorso evolutivo come quella di Cannalonga, nel cuore del Cilento, che oggi è l’evento che meglio rappresenta il Cilento rurale. Ciò è dimostrato dai documenti e dal supporto di vari storici del diritto, del Medioevo e dell’Età moderna, che hanno letto in anteprima il volume.

La fiera di Cannalonga è un evento millenario sorto nel basso Medioevo in onore di S. Lucia. La prima attestazione risale al 1452, quando la fiera era già in pieno svolgimento. Fino alla fine del Seicento si svolgeva il 13 dicembre di ogni anno in un’area esterna all’antico casale, probabilmente nei dintorni di un’antica cappella rurale dedicata a S. Lucia, che, in base a un documento del 1597, era extra muros, cioè esterna alle mura del casale. Vi si commerciavano animali minuti, cioè maiali, pecore e capre, oltre ad alcuni prodotti artigianali, come scarpe e indumenti di lana. Dopo che il baronato fu ereditato dai Mogrovejo nel 1680, durante il XVIII secolo la fiera fu spostata alla terza domenica di settembre e aveva inizio circa otto giorni dopo la fiera della Croce di Stio. In questa fase si registra un vasto commercio di tessuti di lino e di “generi comuni”, ossia oggetti del mondo agro-pastorale. Alla fine dell’Ottocento, esattamente nel 1885, fu anticipata alla seconda domenica di settembre e si diffuse l’odierna denominazione di “fiera della frecagnòla”. Agli inizi del Novecento avvenne un altro spostamento a ottobre e poi di nuovo a settembre. Grazie alla capacità dei cannalonghesi di adattarla alle varie epoche storiche, oggi la fiera è l’evento folklorico che meglio rappresenta il Cilento rurale in tutti i suoi aspetti: danze e musiche popolari, artigianato, commercio ed enogastronomia.

Etimologia di frecagnòla

L’etimologia di frecagnòla è tratta dalla tesi di Dottorato dell’autore ed è stata approvata dai linguisti, per cui uscirà su una rivista scientifica di Linguistica italiana nei prossimi mesi. Anche in questo caso sono state distinte tre fasi evolutive da un punto di vista linguistico. Frecagnòla deriva dal nome collettivo “frecanìa” con il suffisso diminutivo -ola, cioè “mercato di oggetti poveri”, in base a un’occorrenza del lessema contenuta in un atto notarile del 1584, nella quale la parola è usata con questo significato, e dalla ricerca di Rohlfs, che lo segnala per le varietà calabresi. Ciò fa comprendere la diffusione del lessema nell’area lucana e calabrese. Fra Settecento e Ottocento, però, a seguito dello spostamento a settembre, è avvenuta una rianalisi semantica popolare, per cui frecagnòla ha assunto un significato relativo ai piccoli atti truffaldini che potevano avvenire nel corso della fiera. Con questo nuovo significato, alla fine dell’Ottocento, essendo caduta in disuso la vecchia denominazione, è stata chiamata la fiera in modo ironico.

Dove si acquista il libro

Si acquista contattando l’auore (aniello.amato@uniroma1.it), la casa editrice o su Amazon al seguente link: https://amazon.it/dp/8896821843

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