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Cilento e Diano: consegna posta a giorni alterni, arriva l’interrogazione parlamentare

Dove il modello è stato avviato già segnalati caos e disagi

A cura di Redazione Infocilento
Pubblicato il 12 Ottobre 2017
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Lavoro Poste Italiane

Dove il modello è stato avviato già segnalati caos e disagi

Un’interrogazione scritta al ministro dello Sviluppo economico per chiedere se non ritenga di «bloccare o quanto meno rivedere» il piano di recapito a giorni alterni degli invii postali. Un piano che andrà a regime a inizio 2018 e riguarderà circa 5300 Comuni, nei quali risiede circa il 23% degli italiani, di cui ben 126 nella sola provincia di Salerno, tra i quali quelli rientranti nel circondario di Agropoli, Roccadaspide, Polla e Vallo della Lucania. A firmare l’atto ispettivo è la senatrice del Pd Angelica Saggese, che punta così a evitare «ulteriori disagi a cittadini, imprese ed Enti territoriali».

«L’attuazione del recapito a giorni alterni – scrive Saggese nell’interrogazione – è stato avviato in tre fasi successive, a partire rispettivamente da ottobre 2015, da aprile 2016 e da febbraio 2017. Nello specifico, la consegna degli invii postali viene effettuata a giorni lavorativi alterni, dal lunedì al venerdì su base bisettimanale». Premesso questo, la senatrice sottopone al ministro Carlo Calenda una serie di considerazioni:  «La consegna a giorni alterni dà priorità alla corrispondenza più importante, come raccomandate, avvisi di Equitalia, assicurate, telegrammi, quotidiani/settimanali in abbonamento e pacchi Amazon; laddove il modello è stato avviato, si sono registrati caos e disagi per cittadini, imprese e Istituzioni locali con bollette e posta ordinaria recapitati in notevole ritardo, anche di decine di giorni, e con montagne di posta in giacenza all’interno degli uffici postali». Inoltre, nell’atto si evidenzia come il piano determini «una palese disparità di trattamento tra i cittadini delle aree interne e quelli delle città dove questo non verrà applicato».

Non solo: «La riorganizzazione dei servizi che Poste Italiane effettua sul territorio dovrebbe essere fortemente condivisa con le Istituzioni locali, al fine di essere il meno gravosa possibile, anche da un punto di vista economico, soprattutto per quei cittadini (fasce deboli in primis) che non usano servizi telematici», tanto più che «la non consegna di bollette potrebbe comportare interessi di mora o addirittura sospensione del servizio». Per rafforzare la sua tesi, Saggese richiama anche il Ddl Piccoli Comuni approvato di recente, «le cui finalità sono proprio quelle di garantire e assicurare alcuni servizi essenziali negli enti locali più piccoli».

La senatrice del Pd, infine, solleva un altro problema: il piano «comporta anche dei disagi per il personale del recapito di Poste Italiane, che minaccia ripetutamente di organizzare giornate di sciopero a causa dell’enorme carico di lavoro, dovuto al taglio del personale che il riassetto implica (per la sola provincia di Salerno circa 36 unità), all’ansia di non raggiungere i risultati richiesti dall’azienda, al grosso malessere nei cittadini che tale servizio produce». E, come se non bastasse, «le soluzioni trovate dall’azienda volte a sostituire il personale titolare di zona con personale a tempo determinato, in modo particolare nei periodi estivi, hanno comportato ulteriori ritardi, causati dalla scarsa conoscenza del territorio»  da parte di quest’ultimo.

Da qui l’interrogazione al ministro dello Sviluppo economico, per sapere se «non ritenga di dover intervenire, al fine di bloccare o quanto meno rivedere il piano in questione, evitando ulteriori disagi a cittadini, imprese ed Enti territoriali» e se «non ritenga di dover invitare prontamente l’AGCom a valutare la sussistenza delle condizioni per prorogare l’autorizzazione, considerate le criticità evidenziate».

La notizia del piano di riorganizzazione delle poste ha già scatenato polemiche, con i cittadini che ironizzano segnalando che già ora la posta non viene consegnata con regolarità. Il nuovo piano prevede la consegna nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì in una settimana e di martedì e giovedì in quella successiva, ovvero dieci volte a settimana.

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